
di Veronica Todaro
Già da piccola scriveva sul proprio diario. Una bimba per certi versi riservata, a cui piaceva leggere e riflettere. Oggi, Antonella Di Siena, originaria di Vedano al Lambro, nonostante nella quotidianità lavori in una multinazionale di telecomunicazioni dove si occupa di formazione, ha sviluppato una seconda "carriera" nel mondo della poesia, tanto che, grazie ai numerosi premi vinti, le sue opere sono state tradotte anche in spagnolo.
"Il mio lavoro è ed è sempre stato tutt’altro che la scrittura o la poesia, per ragioni famigliari. Per tale motivo, purtroppo ho dato meno spazio a questa mia passione, che però si è aperta un varco da sé nella mia vita in età più matura – racconta Antonella, reduce dal successo della pubblicazione del suo primo libro di poesie “Tulipani viola“, Gnasso Editore –. Da bambina avvertivo un senso di declino dell’essere umano, di precarietà dell’individuo, naturalmente senza una connotazione ben precisa e strutturata, ma di tale importanza da trascorrere del tempo a riflettere, a leggere. Mi piaceva tanto la lettura. Ed anche nella fase dell’adolescenza qualcuno mi diceva che stavo troppo tempo sui libri, che avrei dovuto uscire di più, in sintesi mi vedevano un po’ introversa. In realtà uscivo, ma non frequentavo i luoghi simbolo dell’età evolutiva. Ero affascinata dalle parole cooperazione, solidarietà, fraternità, giustizia. E così molto del mio tempo libero era dedicato volontariamente agli anziani nelle case di cura, ai disabili, ai tossicodipendenti, all’azione sindacale con l’andare del tempo. Ero gratificata nel sociale, nel lavorare a vantaggio di qualcuno meno fortunato di me". Ha iniziato a scrivere poesie “per caso“: "Non sapevo dove sarei approdata ma avvertivo delle emozioni forti che finivano sulla carta. Il volontariato ha sempre fatto parte della mia vita, dalla casa di riposo al Tribunale dei diritti del malato e presso il Museo della macchina per scrivere di Milano".