
di Barbara Calderola
Colpo di scena sull’inceneritore di Trezzo: il Tar blocca l’apertura delle buste fissata per ieri e rimanda tutto al 23 febbraio.
Il tribunale amministrativo ha accolto l’istanza d’urgenza del Cem dopo una prima pronuncia che aveva lasciato le mani libere al Comune. Ma il colosso dei rifiuti che guida la cordata pubblica che vorrebbe subentrare nella gestione dell’impianto a Prima srl, costola del gruppo Falck al comando del camino da 20 anni, ha chiesto e ottenuto un rinvio.
Al suo fianco ci sono anche Bea, Silea e Ates, la società dell’energia a cavallo dell’Adda. "Per noi non è questione di potere, ma di tutela del territorio e della comunità - dice Giovanni Mele, presidente del Cem -. I nostri comuni sono tra i primi utenti del forno (che brucia 170mila tonnellate l’anno di secco), per questo vogliamo partecipare alla gara per la sua conduzione in tutta trasparenza. Desideriamo presentare una proposta che garantisca Trezzo, nostro socio, e porti benefici a tutti gli altri". Ecco perché è nato il gruppo. "Ne fanno parte solo società pubbliche al lavoro sul territorio, tutti insieme ci siamo posti l’obiettivo di dar vita a un progetto innovativo in grado di migliorare la partita immondizia. Lo spirito che ci anima è quello di unire esperienze in house per fornire servizi efficienti e al passo con i tempi". L’amministrazione vuole la stessa cosa. Ma davanti alla richiesta della cordata di posticipare la consegna dei progetti ha opposto un diniego motivato: "Se dilatassimo i tempi sarebbe impossibile rispettare i termini di legge per l’aggiornamento del termovalorizzatore, le nuove norme europee in materia saranno in vigore dal 2 dicembre 2023. Dobbiamo farci trovare pronti", spiega il sindaco di Trezzo Silvana Centurelli. Ed è stato il “no” del municipio a spingere gli aspiranti gestori a rivolgersi alla magistratura che deciderà nel merito tra 11 giorni. Il tempo per farsi avanti è scaduto l’altro ieri, venerdì, il Comune aveva lanciato la manifestazione di interesse lo scorso ottobre. La gara per l’assegnazione si terrà più avanti, cioè dopo che una commissione di esperti, fra i quali anche docenti del Politecnico di Milano e della Bicocca, avrà scelto l’opzione migliore.
Ruota tutto intorno al “revamping” del camino al servizio della Brianza e dell’hinterland, la ristrutturazione da una trentina di milioni sulla quale le 4 compagnie, Cem, Bea, Silea e Ates, si sono messe in gioco. E ora temono che l’esclusione in questa fase possa pregiudicare la loro posizione.