Monza, no al rinnovo della F1 a qualunque costo

Il presidente Aci Sticchi Damiani: "Non siamo un pozzo senza fondo"

Il Gran Premio  di Monza è una delle tappe storiche della Formula Uno

Il Gran Premio di Monza è una delle tappe storiche della Formula Uno

Monza, 31 gennaio 2019 - «In Europa, ma non solo, tutti stanno soffrendo. E la sensazione è che ci troviamo a pagare anche per chi non paga». Angelo Sticchi Damiani, presidente di Aci, non nasconde le sue «perplessità» verso la gestione della Formula Uno targata Liberty Media. E, soprattutto, sul prezzo da pagare.

Presidente, qual è lo scenario attuale?

«Le cifre sono troppo alte. Ormai da qualche anno nell’organizzazione di una gara di Formula Uno è difficile perderci poco. L’ultimo Gran premio d’Italia ha chiuso con una perdita di circa 12 milioni al netto di tutti i contributi. E così è stato l’anno precedente. Una situazione che avviene anche per altri Gp. È un segnale che non va sottovalutato».

Alla luce degli appunti sollevati a Liberty Media cosa succederà adesso?

«Tratteremo, discuteremo e sono convinto che troveremo il modo di chiarirci e arrivare a una soluzione. Certo è che, per quanto mi riguarda, non possiamo prolungare il contratto per altri 5 anni a qualunque costo».

Per il Gp d’Italia a Monza quest’anno dovete pagare 24 milioni di dollari. Il 2019 è l’ultimo anno sotto contratto, e poi?

«Dev’essere chiaro a tutti che Aci non è un pozzo senza fondo. Noi continueremo a fare sacrifici, risparmiare dove possibile ma non è pensabile mettere a rischio i conti dell’Automobile club d’Italia».

Con Liberty Media avete già imbastito alcuni ragionamenti sul rinnovo. Qual è la base di partenza?

«I costi sono aumentati. Per un rinnovo dal 2020 al 2024 si parla di una cifra complessiva di oltre 122 milioni di dollari. Quasi 25 milioni all’anno. Non possiamo accettare simili condizioni. Liberty si deve rendere conto che così non si può andare avanti. Se le cose non cambiano, non si firma».

Nemmeno con il sostegno di 5 milioni per ogni anno di contratto che Regione Lombardia ha garantito?

«Senza la Regione non avremmo rinnovato nemmeno il vecchio contratto. Oggi l’aiuto della Regione ci permette di contenere la perdita. Per aumentare le entrate, l’anno scorso c’è stato il gemellaggio con Venezia, adesso stiamo studiando una partnership con il Piemonte, con Torino in particolare. E poi, comunque c’è anche la questione “locale” della convenzione per la gestione dell’autodromo che è di proprietà dei Comuni di Monza e Milano e di Regione Lombardia. È una convenzione che scade nel 2026 e ci costa, ogni anno, quasi 2 milioni di euro tra canone, manutenzione Parco e Imu, da versare nelle casse del Consorzio Parco e Villa. Sono condizioni ormai fuori mercato, non possiamo accettarle supinamente. È cambiato tutto, e tutti devono rendersene conto. Regione lo ha fatto. Anche gli altri devono farlo».

Pensa a una riduzione del canone?

«Ripeto, quando è stata firmata la convenzione, organizzare un Gp portava utili. Adesso non più. E poi ci sono importanti lavori da fare per adattare la pista alle attuali esigenze, per ammodernare le tribune, i bagni, i sottopassi e per ristrutturare l’anello dell’Alta velocità. Investimenti per circa 100 milioni che andranno ad arricchire un patrimonio non nostro. Se non avremo una convenzione più aderente alle nostre necessità, nella durata e nei costi, non firmerò il rinnovo del Gp d’Italia».