"Giù le mani dalla Maccarani" A Desio flashmob delle fedelissime

Oggi il consiglio straordinario della Federazione Ginnastica che deciderà sulle sorti della direttrice tecnica

di Alessandro Crisafulli

La petizione online, con quasi mille firme. Poi gli striscioni in giro per la città. Infine il flash-mob, al grido di "Giù le mani dalla Maccarani", davanti all’Accademia. Senza contare i tanti messaggi e le testimonianze sui social network.

Il ’popolo di Emanuela’ si è dato molto da fare negli ultimi giorni, per cercare di difendere la propria beniamina dai duplici affondi della Procura di Monza (che ha aperto le indagini nei confronti suoi e dell’assistente Olga Tishina per maltrattamenti e presunti comportamenti vessatori ed abusi psicologici) e della Procura federale. Non un caso, la sollevazione di queste ore, perché oggi è in programma il consiglio straordinario della Federazione Ginnastica che dovrà in qualche modo decidere sulle sue sorti: prolungamento del contratto come quello appena scaduto? Rinnovo ma con il solo ruolo di allenatrice e non di direttrice tecnica? O rottura definitiva? Una sentenza che arriverà inevitabilmente prima di quella delle Procure. Ieri pomeriggio, davanti all’Accademia di Desio che ospita le ex Farfalle (di martedì sera il post instagram della capitana Alessia Maurelli per dire che "l’attuale e futura Nazionale di Ginnastica Ritmica non si riconoscerà mai più con il soprannome Farfalle") si sono radunate circa 50 persone per manifestare in favore delle Maccarani. Circa 30 giovanissime atlete, armate di cerchi, palle e nastri, insieme ad alcune allenatrici e alcuni genitori.

Sotto lo striscione "Tutti con Maccarani". Sotto l’input degli adulti, le atlete (di società di Legnano e Varese la maggior parte) hanno scandito vari cori, tipo "guerriere o fenici, fino a Parigi" e "Tecchi da Maccarani giù le mani", in riferimento al presidente della Federazione Gherardo Tecchi. "Sono le ragazze che ci hanno chiesto di fare questa manifestazione e noi le abbiamo accompagnate – ha detto Riccardo Tagliabue, papà di una atleta 18enne di alto livello –. Siamo qui per dare appoggio alle atlete, a tutta la ritmica, e a dire che si è fatta parecchia confusione. Crediamo che la Maccarani sia stata presa un po’ come capro espiatorio e, come nessuno deve essere vessato o bullizzato, lei non può essere condannata mediaticamente o sui social. Di certo per essereuna atleta di alto livello devi rimanere in certi canoni, che non significa non mangiare. Se violenze ci sono state ci auguriamo che vengano accertate prima possibile". "Noi siamo qui per difendere il nostro sport e la passione di queste ragazze – ha detto una allenatrice di una società lombarda – anche perché si è fatta confusione tra le pochissime atlete che fanno parte della Nazionale e le tantissime bambine e ragazze che fanno attività nelle società territoriali e devono poter serenamente continuare a coltivare lo sport che amano".