Gianetti, va in scena la rabbia Bloccate strada e stazione

I lavoratori in corteo hanno interrotto il traffico sulla Monza-Saronno. Poi si sono riversati sui binari costringendo Trenord a sospendere il servizio

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di Gabriele Bassani

Dalla fabbrica di via Stabilimenti a Ceriano fino all’incrocio sulla Saronno-Monza, nel territorio di Solaro, c’è poco più di un chilometro. Ieri mattina lo hanno percorso in corteo i lavoratori della Gianetti Ruote, per protestare contro la chiusura improvvisa del loro stabilimento con conseguente licenziamento di tutte le maestranze.

L’obiettivo era quello di bloccare la provinciale Saronno-Monza e lo hanno fatto per circa tre quarti d’ora, sorvegliati da un ingente schieramento di forze dell’ordine, interrompendo il flusso di traffico sempre molto intenso sulla ex Ss 527. Qualche automobilista si è arrabbiato, qualche camionista fermo in coda ha solidarizzato con loro strombazzando dalla cabina. Qualcuno è sceso in strada e si è avvicinato dalla propria casa. Non sono poche le famiglie solaresi coinvolte in questa vicenda e sono ancora di più quelle che tra Ceriano e Solaro hanno avuto, negli anni, almeno un parente diretto che ha lavorato alla Gianetti, fabbrica con oltre un secolo di storia e che ancora all’inizio degli anni Duemila arrivava a quasi 600 dipendenti. Per questo molti non riescono a capacitarsi dell’idea che quella fabbrica possa chiudere da un giorno all’altro.

"Lavoro, dignità, salviamo la Gianetti", gli slogan scanditi dai manifestanti, intervallati da fischi e rulli di tamburo a cercare di richiamare l’attenzione almeno della gente comune, visto che per il momento dal Governo ancora non è arrivato un segnale concreto. Mentre si muoveva il corteo verso la provinciale, davanti all’azienda è rimasto un presidio di sicurezza formato da altri lavoratori, preoccupati della possibilità di un blitz da parte della proprietà o di clienti e fornitori per portare fuori materiale dalla ditta. "Finché non possiamo rientrare noi, qui non entra nessuno", ripetono i lavoratori davanti ai cancelli.

L’occupazione della provinciale Saronno-Monza, con effetti comunque ridotti per il traffico dai percorsi alternativi segnalati dalla Polizia locale, è stata rimossa su richiesta della Questura di Milano in seguito per quello che è stato spiegato dagli stessi sindacalisti come un "disguido di comunicazione" con la Questura di Monza, che era stata informata del blocco.

A quel punto i manifestanti, rientrando verso la fabbrica, hanno deciso di ripiegare sulla stazione ferroviaria Ceriano-Solaro della linea S9 Saronno-Seregno-Albairate. Qui i lavoratori hanno occupato banchine e binari, costringendo Trenord alla sospensione temporanea del servizio. Intanto davanti al piazzale della fabbrica, dove da giorni continuano ad arrivare forniture di materiali e provviste da parte dei comuni, di gruppi e associazioni e privati cittadini, si scaricavano bancali per realizzare una pavimentazione improvvisata per le tende in cui i lavoratori di turno passano le notti. C’è determinazione a continuare la lotta a lungo, ma anche ad alzare di più la voce per essere ascoltati anche a Roma e Bruxelles, dove si prendono le decisioni che contano.