Giancarlo Sangalli, morte di un grande imprenditore

La figura del "re" dei rifiuri fra luci e ombre giudiziarie

Giancarlo Sangalli

Giancarlo Sangalli

Monza, 5 gennaio 2017 - C’è ancora la foto in bianco e nero del carretto con la "bonza" davanti all’Arengario, una delle primissime botti per gli spurghi impiegate non solo in città ma nel Paese. È quella di Giancarlo Sangalli, una novità che ha pensato di importare nell’immediato dopoguerra dall’Inghilterra e che gli ha permesso di iniziare a Monza il suo lavoro nel settore degli spurghi, delle pulizie e dei servizi ambientali.

Oggi le foto dell’impresa Sangalli Giancarlo & C srl, dopo poco più 50 anni da quella della «bonza», mostrano decine di mezzi da lavoro bianchi e schierati nel grande piazzale dell’azienda lungo viale Fermi: e sono solo una piccola parte dei circa 800 camion, compattatori, furgoncini e spazzatrici di un’azienda dei servizi ambientali che conta 1.100 dipendenti, fin dall’inizio attiva a Monza e in Lombardia, ma con commesse anche in Lazio, Friuli Venezia Giulia, Marche e Puglia, oltre che esperienze negli Emirati Arabi e nella capitale dell’Angola, Luanda.  Giovedì mattina Giancarlo Sangalli è morto, a 84 anni e a seguito di una lunga malattia, e si chiude l’immagine di una personalità simbolo dell’imprenditorialità brianzola e italiana, sia negli aspetti positivi del gran lavoratore che dal niente crea un’impresa e ricchezza, sia in quelli negativi dei rapporti con certa politica, gli appalti corrotti e il patteggiamento in tribunale.

Partito da una famiglia contadina, a 18 anni Giancarlo Sangalli si diploma in chimica e inizia a lavorare in un laboratorio vicino a Monza. Ma non è quella la sua strada, e dopo un viaggio in Inghilterra torna a Monza con la nuova tecnologia della "bonza". È l’inizio e già pochi mesi dopo Giancarlo compra in Germania un camion attrezzato per pulizie e spurghi, assume i primi collaboratori, e comincia a prendere commesse dai Comuni di Monza e Milano. L’intraprendenza e il fiuto per gli affari portano la sua impresa a espandersi, negli anni successivi lavora anche per grosse imprese come la Pirelli, la Breda, occupandosi in prima persona delle pulizie e degli spurghi, mentre nel 1966 è a Firenze per contribuire ai lavori di pulizia della città dopo l’alluvione che fece esondare l’Arno. L’impresa Sangalli ha aperto diversi centri logistici-operativi su tutto il territorio italiano dove, negli anni, ha preso i servizi ambientali di numerose città, ma è a Monza che ha sempre mantenuto la sua sede e dove ha visto svilupparsi oltre alle sue fortune, anche le sfortune. Giancarlo Sangalli nel 1992 è stato sfiorato dalle inchieste di Tangentopoli, ma è alla fine del 2013 che, assieme ai figli co-amministratori dell’impresa Daniela, Patrizia e Giorgio, è stato imputato nell’inchiesta per corruzione della Procura monzese «Clean City» riguardo anche al maxiappalto da 127milioni di euro dei servizi ambientali per il Comune di Monza tra il 2009 e il 2018.

Da allora l’impresa Sangalli non ha più una gestione «familiare» e ha cambiato l’amministrazione, e ieri con una nota ha ricordato il suo fondatore come «un imprenditore illuminato, anche nei momenti di crisi, non ha mai smesso di credere nei giovani e nei propri dipendenti, guardando con ottimismo al futuro perché "se ci si rimbocca le maniche con passione, sacrificio e volontà di fare, si può riuscire a lavorare bene insieme, a fare una grande impresa e a valorizzare il territorio e l’ambiente". I funerali vengono celebrati oggi alle 15 nella chiesa di San Giuseppe in via Guarenti 33.