Monza – La loro unica speranza è un delicato intervento chirurgico di separazione. Hanno solo due anni, arrivano dal Senegal e fino ad ora hanno trascorso la loro vita in orizzontale: sono unite al vertice della testa, hanno una parte del cervello in comune e non possono stare in piedi. Ma c’è una speranza, concreta, sostenuta da un finanziatore americano, che potrebbe regalare alle due sorelline siamesi un futuro migliore. Oggi entreranno in sala operatoria all’Irccs San Gerardo di Monza dopo una preparazione durata tre mesi e mezzo.
Una maratona chirurgica
Una maratona chirurgica di almeno 12 ore che vedrà coinvolta una équipe di specialisti che ha seguito le sorelline siamesi fin da loro arrivo a Monza a metà luglio. Insieme ai genitori le piccole sono atterrate con un volo dell’Aeronautica militare italiana a Milano, per poi essere accompagnate in corsia. “È una situazione così complicata che ci tremano le vene dei polsi al solo pensiero”, aveva ammesso un mese prima Guido Bertolaso, assessore regionale al welfare, annunciando l’arrivo delle piccole pazienti. Immediatamente era iniziato un lungo percorso di preparazione all’operazione chirurgica al San Gerardo, ospedale riconosciuto due anni fa Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) proprio nell’ambito della pediatria, oltre che centro europeo di riferimento per le malformazioni cranio-facciali su base genetica, le malattie ematologiche rare, le malattie del fegato, le malattie metaboliche congenite e l’oncologia pediatrica.
Il precedente
Lo staff multidisciplinare coinvolto ha eseguito numerosi studi ed esami ed esaminato nel dettaglio le cartelle cliniche per decidere la migliore tecnica di intervento. Quello che inizierà questa mattina a Monza è il secondo caso in Italia dopo l’intervento eseguito all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma su due gemelline siamesi unite dalla nuca, con cranio e gran parte del sistema venoso in comune. Originarie della Repubblica centrafricana, erano state portate in Italia e sottoposte a due interventi prima della terza operazione - durata 18 ore - per la separazione definitiva, avvenuta nel giugno del 2020. Due anni prima, invece, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo erano state separate due gemelline unite a livello del busto, primo intervento del genere in Lombardia.
Una sfida delicata
Ora una sfida ancora più delicata con le due sorelline arrivate dal Senegal. Per l’intervento, aveva anticipato l’assessore Bertolaso, “saranno coinvolti il Besta e molte altre strutture, ma anche il Printmed-3D, al dipartimento di Fisica dell’università degli Studi di Milano, perché sarà fondamentale riprodurre la situazione anatomica, prima che i neurochirurghi, non solo lombardi ma anche americani, possano addestrarsi”. Printmed-3D è un progetto che dà a chi opera la possibilità di simulare interventi complessi e migliorare la formazione: attraverso la diagnostica per immagini, la realtà virtuale e la stampa 3D vengono realizzati modelli anatomici di organi che, al tatto, per dimensioni e consistenza, sono identici a quelli naturali. “Quando saremo pronti, ci proveremo”. Oggi quel giorno è arrivato.