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Monza: discriminato a scuola perché è gay, è polemica

Denuncia del padre, ma il direttore della scuola smentisce: "Aveva postato su un social network un atto pornografico". Il garante dell'Infanzia: se la scuola ha sbagliato servono provvedimenti seri

Adriano Corioni

Monza, 29 settembre 2015 - Interviene anche il Garante per l'Infanzia sul caso dello studente di Monza che sarebbe stato discriminato a scuola e lasciato in corridoio perché gay. "Se veramente venisse confermato quanto denunciato dalla famiglia mi impegno personalmente affinché vengano presi seri provvedimenti  nei confronti dell'istituto brianzolo", dice Vincenzo Spadafora, Autorità garante per l'Infanzia e l'Adolescenza. 

A denunciare l'accaduto è stato il padre del ragazzo che ha scritto una mail al preside di un istituto cattolico monzese, l'Ecfop, istituto professionale di avviamento al lavoro,  frequentato dal figlio e poi l'ha inviata alla stampa locale. 

Il ragazzino, secondo quanto scrive il genitore, da qualche settimana sarebbe costretto a stare fuori dalla classe per una fotografia scattata insieme a un altro ragazzo e postata su un social network. I carabinieri di Monza stanno verificando l'accaduto.

Smentisce duramenrte invece Adriano Corioni, direttore della scuola: "Tanto per cominciare il "tutto è durato un giorno e non settimane - assicura - l'episodio risale a mercoledì scorso. E la mattina successiva il ragazzo si è presentato a scuola con la madre e i carabinieri". Un provvedimento in effetti è stato preso: "Si era verificato un grave episodio e volevamo tutelare il ragazzo, per cui lo abbiamo messo in uno 'spazio' all'interno del centro, dove si fermano anche i docenti. Ma non è un corridoio. E c'erano anche degli educatori". Cosa era successo di così grave? "Ha pubblicato su un social network una fotografia 'pornografica', un atto sessuale, che lo ritraevaspiega -. Sono stati i compagni, amareggiati a informarci. A questo punto per evitare che in classe si ingigantisse la cosa, e che ci fossero tensioni, tra chi è contro e chi è a favore", si è deciso di separarlo dagli altri e metterlo in una stanza diversa. Il tutto in attesa, continua il direttore "di parlare con la famiglia e i servizi sociali che già seguono il giovane. Li abbiamo chiamati, ma i servizi sociali, fino a oggi, non si sono proprio fatti vedere". "Per noi la storia è chiusa - conclude Corioni - e da lunedì il ragazzo è tornato in classe".

"Sono senza parole - continua però il Garante -. Come si può obbligare un adolescente a stare fuori dalla propria aula col suo banco durante le lezioni, offendendolo, discriminandolo, e marchiandolo nel carattere e nella dignità, soltanto perché gay? Contatterò la famiglia e la scuola per capire i dettagli e nel caso in cui vi sia stata una palese discriminazione chiederò al ministero dell'Istruzione di intervenire su chi ha sbagliato". 

"Se il caso venisse confermato sarebbe un fatto di una gravità inaudita di cui la scuola dovrà rispondere - interviene il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti -. La madre si è rivolta ai nostri Servizi sociali, che hanno subito contattato la scuola perché è giusto che la madre sappia esattamente cosa è successo".