STEFANIA TOTARO
Cronaca

Vimercate, dai domiciliari torna in ospedale

Stefano Garatti, controllore dei dentisti, ha il permesso di riprendere servizio durante il giorno

L'ospedale di Vimercate

Vimercate (Monza e Brianza), 2 marzo 2016 - Potrà lasciare gli arresti domiciliari negli orari di lavoro Stefano Garatti.

Il supervisore del servizio di odontoiatria dell’ex Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate ha ottenuto il permesso dal gip del Tribunale di Monza Emanuela Corbetta, firmataria delle 21 ordinanze di custodia cautelare per lo scandalo degli appalti odontoiatrici a Lady Maria Paola Canegrati, finita in carcere insieme all’ex presidente della Commissione Sanità della Regione Lombardia, il leghista Fabio Rizzi e al suo portaborse Mario Longo.

All'istanza presentata dal legale di Garatti, l’avvocato Angelo Pagliarello, aveva dato parere favorevole il pm monzese che ha coordinato l’inchiesta Smile, Manuela Massenz.

Altri benefici - questa volta il permesso di uscire di casa per un’ora al giorno e di ricevere a casa e telefonare ai parenti - li aveva già ottenuti un’altra indagata ai domiciliari, Anna Maria Gorini, difesa dall’avvocato Gianluca Paglino. Anche se il suo nome, insieme a quello di Cristina Clementi, indagata ma non destinataria di alcuna misura di custodia cautelare perché il suo nome appare nelle carte degli inquirenti ma non nell’ordinanza del gip monzese, torna fuori nel nuovo esposto presentato a novembre scorso dalla irriducibile dei controlli ospedalieri, la rappresentante del collegio sindacale dell’Azienda ospedaliera vimercatese Giovanna Ceribelli sugli appalti - sempre ottenuti dalla Canegrati - sulla riabilitazione e sul reclutamento degli infermieri all’ospedale di Vimercate, dove oggi si recherà il generale in pensione della Guardia di Finanza Mario Forchetti, messo a capo dal Governatore lombardo Roberto Maroni di una Commissione d’inchiesta regionale sugli appalti in odore di mazzette.

La Clementi e la Gorini sono già indagate di turbativa d’asta per la prima gara d’appalto sospetta all’Azienda ospedaliera brianzola su cui la pm Manuela Massenz ha puntato il faro.

Secondo l’accusa, la Clementi, in concorso con la Canegrati e la Gorini, in qualità di responsabile per l’esecuzione del contratto d’appalto relativo alla gara del 2009 e a quella precedente indetta nel 2004, avrebbe dolosamente previsto nel bando di gara l’obbligo a carico dell’aggiudicatario dell’appalto del pagamento all’Azienda Ospedaliera dell’importo di euro 510mila euro a titolo di rimborso per investimenti fatti dall’azienda ospedaliera presso i centri odontostomatologici oggetto dell’appalto, falsificando nella misura di 10 milioni di euro (di cui i 510 mila costituiscono il 5%) il valore delle attrezzature installate dalla precedente aggiudicataria, in realtà di importo molto inferiore, allo scopo di dissuadere altre aziende a partecipare alla gara.