Monza, presa banda di razziatori specializzati nei furti in casa

In manette tre albanesi e recuperato un ingente bottino in orologi e cellulari più tutto il kit per forzare porte e infissi e scassinare forzieri e casseforti

Parte della refurtiva recuperata

Parte della refurtiva recuperata

Monza, 7 febbraio 2022 - Erano pronti per tornare a mettere a segno una delle loro razzie. Ed avevano il loro rifugio pieno di refurtiva, orologi di lusso compresi. Almeno, è questo il sospetto che muovono gli agenti della Questura di polizia di Monza, che a seguito di una serie di furti in abitazioni della città e del circondario sono riusciti a mettere le mani su tre soggetti di origine albanese in possesso di un intero arsenale di “ferri del mestiere”, arnesi da scasso in particolare.

Tutto succede venerdì mattina scorso, quando gli agenti della Squadra Mobile, nel corso delle attività finalizzate combattere i “reati predatori”, a seguito degli accertamenti su una serie di furti in abitazione commessi in questa provincia, vanno a perquisire un appartamento di Melzo dove risultavano essere domiciliati alcuni albanesi.

Gli agenti Mobile, una volta entrati nell’abitazione, identificano tre 28enni, trovati in possesso in un ingente quantitativo di probabile refurtiva, in particolare numerosi orologi, anche di pregio, e vari telefoni cellulari. Nel prosieguo della perquisizione gli agenti inoltre rinvenivano anche i cosiddetti “ferri del mestiere” per forzare porte ed infissi e per scassinare forzieri e casseforti: due flessibili per tagliare il metallo, un divaricatore idraulico per divellere le porte blindate, tre piedi di porco, brugole, guanti e due apparati ricetrasmittenti di bassa frequenza, i cosiddetti talkie-walkie, per comunicare tra di loro, un trapano elettrico alimentato a batteria. Tutto materiale verosimilmente utilizzato per la commissione di attività delittuose.

Il terzetto vene a quel punto condotto in Questura a Monza al fine di meglio approfondire anche le loro identità, in quanto al momento del controllo avevano esibito altrettanti passaporti albanesi con generalità “pulite”, mentre alla successiva comparazione delle impronte digitali effettuata presso il locale Gabinetto provinciale della Polizia Scientifica risultavano, con altre generalità, gravati da numerosi precedenti per vari furti in abitazione ed erano già stati espulsi con accompagnamento alla frontiera nel mese di ottobre 2021.. Ciò nonostante avevano fatto rientro in Italia stabilendosi tra le province di Milano e Monza e della Brianza.

I tre sono stati tratti in arresto nonché indagati anche per il reato di ricettazione della refurtiva sequestrata per la quale sono in corso accertamenti volti ad individuarne la provenienza.

Dall’esame dei passaporti esibiti al momento del controllo emergeva quindi chiaramente una dinamica già riscontrata altre volte: i tre cittadini albanesi, una volta rimpatriati dall’Italia verso la metà di ottobre, erano riusciti a procurarsi, dopo meno di un mese, dei nuovi passaporti albanesi (autentici, come riscontrato dal Consolato della Repubblica di Albania a Milano), seppur riportanti generalità diverse da quelle con le quali erano stati rimpatriati e con essi già a novembre erano riusciti a fare rientro in area Schengen passando dall’Ungheria. Il tutto finalizzato a tornare in Italia e ricominciavano a delinquere.

All’esito dell’udienza direttissima svoltasi presso il Tribunale di Milano, è stato convalidato l’arresto e gli stessi sono stati accompagnati presso l’Ufficio Immigrazione di Milano per l’espulsione dal territorio nazionale.