
Degrado
Monza, 25 aprile 2015 - Basta un refolo di brezza e un tanfo nauseabondo sale dal Lambro al punto che per attraversare il Ponte dei Leoni viene d’istinto trattenere il respiro. Ma il puzzo non passa, anzi aumenta ed è costante, per l’intera passeggiata nella nuova via San Gerardo dei Tintori, il lungofiume che porta al ponticello di San Gerardino ma che ormai, con la stagione di secca e i primi caldi primaverili, costeggia una fogna a cielo aperto.
Perché non c’è solo l’acqua stagnante del fiume scomparso nel cuore della città, ma il rigagnolo maleodorante che attraversa il centro storico di Monza a metà tra il ponticello di San Gerardino e il Ponte dei Leoni è alimentato da uno scarico di reflui non ben definiti. Da un collettore laterale alla sponda esce un piccolo flusso di liquami che porta con sé spazzatura e ciò che sembra essere carta igienica o pannolini gettati via che invece di finire nella rete fognaria arrivano nel letto del Lambro in secca. E da quel punto il rigagnolo verdastro di alghe putrescenti si intorbidisce di più e prende un odore ancor più pungente che poi attraversa la vecchia Monza, prima la via dello shopping col Ponte dei Leoni, quindi la passerella dei mercati e via verso valle per riversarsi nel vero fiume, all’altezza dell’oasi di piazza Castello, dove il rigagnolo si ricongiunge al Lambretto che invece ha una buona portata d’acqua corrente e, a vista, sembra pure abbastanza limpida.
Ma succede proprio il contrario di quanto originariamente era stato pensato quando, in età alto medioevale, si realizzò il Lambretto, ovvero il bypass esterno alla città ideato dai Visconti come un fossato difensivo: alla diramazione dei due corsi del fiume all’altezza del ponticello di via Aliprandi il flusso maggiore d’acqua devia verso il Lambretto e non prosegue nel Lambro.
Il Lambretto è quindi diventato il tratto di fiume principale all’interno di Monza, lasciando il percorso originario del Lambro senza una portata adeguata d’acqua, fino a creare già all’inizio della primavera una condizione fatiscente che attraversa il centro storico, con acqua salmastra, ristagni maleodoranti oltre a scoprire scarichi di reflui a cielo aperto e immondizia. E ora si rischia di dover attendere l’autunno perché la prima piena arrivi a ripulire tutto.