Ferragosto, ferie forzate a Monza

La città non si è svuotata, anzi in tanti non sono andati in vacanza

Tanta gente in città e per negozi e bar non c'è stata la solita serrata

Tanta gente in città e per negozi e bar non c'è stata la solita serrata

Monza, 15 agosto 2020 - Ferragosto, la città non si svuota. Monza è ancora viva malgrado un bel po’ di saracinesche abbassate e parcheggi semivuoti. Ieri mattina c’era ancora la fila all’ingresso della posta di via Rota, tavolini occupati nei bar del centro, e continuo viavai anche in quei pochi bar aperti nelle periferie. Le panetterie aperte sfornavano pane anche per il Ferragosto, clienti anche nei supermercati per le ultime caricate alimentari per il pranzo di oggi. Qualcuno ha fatto incetta di carne per la tradizionale grigliata di Ferragosto. Sono in tanti a non aver fatto le valigie nella settimana centrale di agosto. C’è chi per obbligo o per scelta ha deciso di rimanere a casa. Una scelta dettata dai bilanci in rosso e da un Paese (l’Italia) poco pet-friendly, un problema per chi porta Fido in vacanza e non lo vuole lasciarlo in pensione. 

"Io quest’anno non posso concedermi neppure un weekend al lago di Garda – spiega Corrado Comunale, osteopata brianzolo -. Sono un libero professionista e il lockdown mi ha messo in ginocchio: ho perso tre quarti del fatturato. Resto a casa con la mia compagna e i miei cani". Improponibile anche la possibilità di andare a casa di parenti in Sicilia: costi del traghetto e soggiorno al mare sono una spesa che Corrado non può affrontare. A ciò si aggiunge la difficoltà a portarsi in vacanza i suoi tre cani: due pitbull e un meticcio.  

"In Italia è difficile trovare strutture che accolgono veramente i nostri amici a quattro zampe. Alte le spese e altrettanto importanti le restrizioni che non ci permettono di vivere pienamente la vacanza con i nostri cani. L’anno scorso sono andato a Porto Recanati e non mi sono neppure potuto fare il bagno: vietato l’ingresso in acqua ai cani, malgrado si parlasse di spiagge dedicate a loro". Comunale si rilassa in famiglia e per il prossimo anno, Covid permettendo, pensa a una vacanza fuori Italia affittando una casa con spiaggia privata o un gommone alla ricerca di calette dove tuffarsi con fidanzata e cani. 

C’è chi le vacanze le sogna ma, per necessità, deve rimanere a casa. Come Lucrezia Tremolada che dopo la pandemia ha iniziato a lavorare in un bar. "Mi sono concessa una breve vacanza al mare. Adesso si lavora. Dopo tre mesi di chiusura non ci si potevano concedere ulteriori pause. Ad agosto si continua a stare dietro al bancone con il pensiero di concedersi ancora qualche giorno di riposo ma con la gioia di non essere rimasta senza un’occupazione". 

Molti i locali che quest’anno rimarranno aperti, garantendo una turnazione delle ferie ai dipendenti. C’è chi deve fare anche i conti con la cassa integrazione: in alcuni ristoranti e bar si resta aperti con meno lavoratori dietro al bancone e spesso a cucinare, servire e preparare il caffè ci sono gli stessi proprietari. Poi c’è chi, pur potendo permettersi una vacanza, ha deciso di rimanere a Monza perché di soggiorni con restrizioni, mascherine e paura del contagio non vuole sentire parlare.

"Quest’anno avevo progettato quel viaggio a New York che da tanti anni desideravo fare – racconta la scrittrice Stefania Convalle -. Mi sono concessa solo due fine settimana: uno di lavoro in Liguria nel Golfo dei poeti, e uno di piacere sulle colline bolognesi". Stefania rimarrà tutto agosto in città. "Con queste condizioni non è possibile progettare una vacanza, al massimo una gita di un giorno in Lombardia». Di andare troppo lontano Stefania non ne ha voglia. «C’è molta incertezza, ti sposti e non sai quello che ti potrebbe succedere. Mi hanno fatto molto male i commenti verso i lombardi additati come untori e invitati a rimanere a casa per non infettare le località di vacanza. Io questa estate non mi muovo".