Fallito per colpa dello Stato, incarico di Governo per Sergio Bramini

Primo atto del nuovo esecutivo a favore dell'imprenditore

Sergio Bramini con Luigi Di Maio

Sergio Bramini con Luigi Di Maio

Monza, 2 giugno 2018 – Il primo atto del nuovo Governo porta il nome e il cognome di un cittadino monzese: Sergio Bramini. Luigi Di Maio ha sciolto la riserva e ha annunciato che assegnerà come promesso una consulenza a Sergio Bramini, l'imprenditore fallito per colpa dello Stato, che aveva accumulato debiti nei suoi confronti per oltre 4 milioni di euro. E che dieci giorni fa è stato sfrattato dalla sua abitazione con moglie e figli (e nipotina) nonostante i sit-in di protesta a cui avevani preso parte oltre 300 persone oltre proprio a Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Ora, come indicato da entrambi i leader, l'imprenditore dovrà collaborare a scrivere una Legge Bramini sulle procedure fallimentari.

Poche ore fa è arrivato l'annuncio da un video postato dal senatore del Movimento 5 Stelle Gianluigi Paragone: “Mi ha chiamato Luigi Di Maio, è stata una telefonata importante, perché mi ha detto: “Gianluigi, ora devi chiamare Sergio Bramini perché gli avevamo promesso una cosa, gli avevamo detto che uno dei primi atti sarebbe stato quello di portarlo con noi al Governo a lavorare”. E poi “nel giro di 10 giorni è pronto l'atto con cui la collaborazione, la consulenza sarà firmata e con lui cominceremo a scrivere la Legge Bramini. Quindi ancora prima dei 100 giorni il primo atto che ha fatto Luigi è stato quello di dare concretezza e di rispettare la parola data a Sergio. E' un altro modo concreto con cui facciamo capire che il Governo del cambiamento è possibile, è una cosa che si realizza prendendo per mano le persone che in questi anni di crisi hanno sofferto più di altre e soprattutto prendendo per mano quelle persone che per colpa dello Stato che non ha pagato magari i suoi debiti con gli imprenditori li ha fatti fallire. Ho chiamato Sergio bramini, ovviamente era entusiasta di fare questa nuova avventura”.

Bramini conferma: “Ho già scritto i punti della mia proposta: bisogna ritoccare profondamente la Legge fallimentare: la prima casa non va toccata, specie per chi vanta crediti con lo Stato. E va rivisto l’articolo 560 del Codice di Procedura Civile, che consente al custode giudiziario poteri enormi, come scaraventare il debitore fuori di casa prima che sia avviata la vendita forzata dell’immobile. Anche a costo di buttare in mezzo a una strada bambini, disabili o anziani pur di rendere appetibile l'asta”