ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

Faida tra parenti. Il figlio dell’assassino si sfoga e difende papà: "Non voleva uccidere"

Le famiglie Chinnici e una lunga storia di tensioni e querele reciproche "Si erano presi tutto, insopportabili i loro condizionatori, eravamo prigionieri". Ma i congiunti della vittima replicano: "Siamo sconvolti, dichiarazioni deliranti".

Le famiglie Chinnici e una lunga storia di tensioni e querele reciproche "Si erano presi tutto, insopportabili i loro condizionatori, eravamo prigionieri". Ma i congiunti della vittima replicano: "Siamo sconvolti, dichiarazioni deliranti".

Le famiglie Chinnici e una lunga storia di tensioni e querele reciproche "Si erano presi tutto, insopportabili i loro condizionatori, eravamo prigionieri". Ma i congiunti della vittima replicano: "Siamo sconvolti, dichiarazioni deliranti".

"Ci facevano vivere una vita d’inferno. Si erano impossessati di tutto, eravamo prigionieri". Sembra volersi trattenere, ma non ci riesce, David, il figlio di Giuseppe Caputo, l’assassino di Giovanna Chinnici, quando in mattinata esce dalla vecchia palazzina di via Magellano, nei vicoli della periferia di Nova Milanese, per allontanarsi in auto.

Parla a fatica, il volto ancora sconvolto da quanto successo, con la 62enne colpita a morte, mercoledì pomeriggio, da tre o quattro coltellate, ma fa capire apertamente che la tragedia è solo la goccia che ha fatto drammaticamente traboccare un vaso colmo da anni.

"Il parcheggio non c’entra niente - dice, con lo sguardo fisso davanti a sé -. Ultimamente c’è stata anche la storia dei condizionatori che hanno messo e l’aria fredda che ci entrava sempre in casa, da delle canaline, insopportabile. Ma poi c’è tanto altro, sono cose private, non riguardano gli altri". Cose private, più grosse e sostanziose, che hanno rappresentato le sabbie mobili sulle quali il rapporto fra le tre sorelle con i rispettivi mariti, si è prima reso melmoso e poi è sprofondato in una spirale di “guerra fredda”. "Si sono presi tutto - prosegue il giovane - la proprietà è finita completamente nelle loro mani, fanno quello che vogliono e noi non possiamo fare niente. Volevamo mettere i pannelli solari, ma ce l’hanno negato". Una situazione che ha portato all’esasperazione dei rapporti e a un vortice di dispetti, minacce, litigi, fino alla denuncia per atti persecutori nei confronti del 62enne, arrestato prontamente dai carabinieri della compagnia di Desio con l’accusa di omicidio e tentato omicidio. "Ci facevano soffrire - dice - ci facevano vivere una situazione che non auguro a nessuno. Con mio padre non ho ancora potuto parlare, mi spiace per quanto è successo, ma non so come sia andata e non sono sicuro che volesse ucciderla". Su questo punto, invece, gli inquirenti, che hanno sequestrato il coltello utilizzato per l’omicidio, sembrerebbero indirizzati a propendere per il gesto intenzionale e premeditato. Un possibile agguato vero e proprio nei confronti della figlia 28enne della vittima, rimasta ferita in maniera lieve proprio grazie al pronto intervento in soccorso di Giovanna Chinnici. "Mio padre non è un violento - prosegue il figlio -, io non so cosa sia successo di preciso, perché ero a lavoro, è vero che c’erano già stati litigi, ma non credo volesse uccidere". La famiglia del presunto assassino, a quanto pare, aveva anche intenzione di vendere e andarsene, "ma non abbiamo fatto in tempo", dice David Caputo, prima di sgommare via. I familiari di Giovanna Chinnici, ancora sconvolti ricordano la figura di Giovanna, "persona mite, amabile e dolcissima come oggi la definiscono tutti coloro che hanno

avuto la fortuna di conoscerla".

Allo stesso tempo - fa sapere un comunicato affidato al loro avvocato Fabrizio Negrini - "assistono sgomenti alle deliranti dichiarazioni rese alla stampa da chi, parente dell’assassino, non ha saputo risparmiare neppure in questo momento parole di odio e di disprezzo, arrecando ulteriore sofferenza a chi è già terribilmente e irrimediabilmente provato da questa tragica vicenda.

I familiari invocano rispetto per la memoria di Giovanna e per il proprio dolore, chiudendosi da ora nelsilenzio e guardando con fiducia all’operato della Magistratura, con l’auspicio di un celere accertamento delle responsabilità di questo atroce delitto". Nel rione l’atmosfera rimane di totale incredulità.