BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Ecco il campus del futuro L’Omni rinasce dopo 50 anni Una città per 4mila studenti

La Provincia ha incaricato il Politecnico di Milano di progettare il rilancio. Pronte le linee guida del nuovo centro di via Adda da 80 milioni di euro.

Ecco il campus del futuro L’Omni rinasce dopo 50 anni Una città per 4mila studenti

di Barbara Calderola

Negli anni Settanta è stato un fiore all’occhiello nel campo dell’edilizia scolastica, nato per dare una risposta alla domanda di istruzione esplosa durante il Boom e mai esaurita in un territorio fino ad allora costretto a fare avanti e indietro da Monza per andare al liceo, a ragioneria, o al tecnico, oppure a riparare in classi di fortuna ricavate negli oratori. Adesso, dopo quasi 50 anni di onorato servizio e generazioni di studenti con il diploma in tasca strappato nelle sue aule sempre più malandate, l’Omnicomprensivo di Vimercate torna un punto di riferimento anche per i progettisti.

Ci crede la Provincia, che ha incaricato il Politecnico di Milano di cambiare faccia alla cittadella degli studenti che ogni giorno richiama in città 5mila persone da tutto il territorio, 4.400 ragazzi, più il personale. Una città che nasce ogni mattina e muore ogni sera con problemi di trasporti, sicurezza e rifiuti. Ma soprattutto con l’ambizione di rimanere al passo con i tempi e offrire opportunità all’altezza della futura classe dirigente. E in ambiente belli si impara meglio e di più. È questo l’obiettivo del nuovo campus di via Adda, 80 milioni di costo, 55 di lavori più iva e oneri accessori, "un investimento sui giovani e cioè sul futuro", dice il presidente della Provincia Luca Santambrogio che martedì sera ha presentato l’idea a presidi, docenti, consigli di istituto, famiglie e allievi. Nel disegno firmato dall’architetta Laura Pezzetti dell’Osservatorio Scuole c’è una visione.

Il nuovo Centro grande quanto il salotto di Vimercate "si aprirà alla città fra cultura e ambiente in una contaminazione quotidiana", fra teatro, piazze, bar per happy hour estivi in serate d’essai, e l’asse degli atelier-laboratori, suggestioni che inchiodano alla sedia chi per anni ha dovuto fare i conti con caldaie rotte, vandali, vetri smagliati. Con una piazza ellittica centrale, ingressi separati per ciascun istituto dei tre su quattro che oggi hanno sede in via Adda: Banfi, Vanoni ed Einstein ma non il Floriani che a settembre traslocherà in blocco ad Agrate. Atri spaziosi e illuminati. Ci sarà una biblioteca diffusa e "pareti mobili per aule flessibili", spiega l’architetta. Nel nuovo piano dominano luce, legno, verde, edifici che legano i prefabbricati attuali e che in parte verranno rialzati per godersi il panorama dalle terrazze mentre si studia il pomeriggio.