GIULIANO MARIA GALIMBERTI
Cronaca

Desio alle urne per il sindaco. In quattro contro l’astensionismo

Chiamati ai seggi domani e lunedì oltre 32mila cittadini, l’eventuale ballottaggio con i referendum

Chiamati ai seggi domani e lunedì oltre 32mila cittadini, l’eventuale ballottaggio con i referendum

Chiamati ai seggi domani e lunedì oltre 32mila cittadini, l’eventuale ballottaggio con i referendum

Sono circa 32.600 le persone che hanno il diritto di voto, ma il rischio concreto è quello di vederne alle urne meno della metà. Per vincere le elezioni amministrative, questa volta, più che spiegare un bellissimo programma delle belle intenzioni, occorrerà andare a prendere i suoceri e i vicini di casa per accompagnarli ai seggi elettorali domenica e lunedì.

Il nome che uscirà dalle urne, destinato a guidare la città nei prossimi cinque anni, sarà quello che perderà meno e che riuscirà a contenere il disastro. Lo sanno bene Andrea Villa (centrodestra), Alessio Alberti (centro), Carlo Moscatelli (centrosinistra) e Iaia Piumatti (sinistra), che durante la breve campagna elettorale hanno più volte richiamato l’attenzione sul rischio astensionismo. Pochi i desiani che sanno di dover votare. Con solo 18 realtà della Lombardia che vanno al voto, e con Desio che per numero di abitanti risulta essere questa volta la città più importante, si teme che gli scrutatori possano essere piuttosto disoccupati.

Villa, vicesindaco uscente, guida la coalizione di centrodestra. All’insegna della continuità (Lega e Fratelli d’Italia) con il recupero del rapporto con Forza Italia. Ha provato a scaldare l’atmosfera con big del calibro di Matteo Salvini e Daniela Santanché, oltre che con il suo segretario regionale Massimiliano Romeo (capogruppo della Lega al Senato), resta da capire quanto è la resa in termini di richiamo al voto dei desiani. Nel suo programma elettorale si trovano i classici temi, ma anche una novità: portare l’università a Desio e creare nell’ex ospedale di corso Italia uno studentato, appetibile anche da tutti gli universitari che attualmente gravitano su Milano.

Prova la strada dei big anche Alessio Alberti, (Azione, Partito Repubblicano e Desio Popolare). Si presenta come unico candidato di centro, cerca di intercettare il voto dei moderati. Ieri ha chiuso la campagna elettorale con Carlo Calenda e con Elena Bonetti. Promette partecipazione dei cittadini, già consultati per arrivare alla definizione del programma elettorale grazie alla distribuzione di un questionario (si poteva compilare anche online).

Carlo Moscatelli ha chiamato subito i big (Pierluigi Bersani, Stefano Bonaccini), poi ha fatto una campagna elettorale più di sostanza e legata al territorio. È a capo di una coalizione composta da Partito Democratico, Italia Viva e Polo civico (che riunisce tre liste civiche del territorio, ovvero Desio Viva, Desio Libera e Insieme per Desio). Nel suo gruppo anche i fuoriusciti da Fratelli d’Italia e Lega che avevano contribuito alla fine della precedente amministrazione. Per quanto riguarda il programma elettorale, spicca una tematica in particolare rispetto agli avversari. Vuole fare piazza pulita, nel senso di tenere in ordine la città, oggi troppo spesso trasformata in discarica a cielo aperto in diversi quartieri. In campagna elettorale significativo anche l’incontro organizzato coi vertici regionali del Pd sulla sanità.

Tema decisamente legato al territorio anche quello di Iaia Piumatti, che guida la coalizione composta da Sinistra per Desio e Movimento 5 Stelle. La sua presentazione ufficiale è avvenuta davanti a uno dei cantieri dell’autostrada Pedemontana, opera che lei cercherà di fermare in ogni modo. Piumatti, unica donna che partecipa alla competizione per diventare sindaco, sottolinea di essere l’unica candidata di sinistra. Nel suo programma anche un’attenzione particolare per il tema della povertà e per il sostegno alle situazioni di fragilità. E poi per la realtà giovanile, anche con la riconversione degli spazi dell’ex ospedale in corso Italia. In caso di ballottaggio si tornerà nuovamente al voto l’8 e 9 giugno nelle stesse date già fissate per i referendum.