
Crediti fittizi: un Cannarozzo ancora nei guai
C’è anche quello di Giovanni Cannarozzo, 82 anni, residente a Carate Brianza, tra i nomi dei 68 indagati nell’inchiesta. Giovanni Cannarozzo, fratello di Domenico (diventato celebre negli anni Novanta per essere stato definito "il primo evasore d’Italia" per il business miliardario messo in piedi da rottamaio) e anche lui in passato nei guai con il Fisco, è accusato, quale amministratore delle società Gefim con sede a Desio e Metaldesio con sede a Lissone nel 2020, di avere acquistato "fittizi crediti di imposta" per oltre 450mila euro successivamente "impiegati per compensare indebitamente somme dovute all’Erario o all’Inps", versando "a titolo di pagamento per la cessione" circa 137mila euro. Cannarozzo, a Desio e in Brianza, è sinonimo di demolizione e commercio di metalli. Di fatture false ed evasione. Nel 2015 un nipote soprannominato "Diabolik" era stato arrestato dalla guardia di finanza di Milano e nel 2018 è stato condannato dal Tribunale di Monza a 8 anni con altri accusati a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata al traffico di rifiuti, frode fiscale e bancarotta fraudolenta. Quando fu arrestato le fiamme gialle gli sequestrarono beni per circa 4 milioni di euro, tra cui auto e orologi di lusso, conti correnti e immobili, in parte confiscati. Nel 2022 Giovanni Cannarozzo, quale titolare della Gefim, ha subìto il sequestro di un terreno di 12mila metri quadrati a Desio da parte della polizia locale e provinciale per abbandono e movimentazione di rifiuti ed è stato denunciato, ma ha sostenuto che stava soltanto ripulendo un bosco di sua proprietà.
Stefania Totaro