REDAZIONE MONZA BRIANZA

Corruzione: 5 anni all'ex finanziere De Domenico, coinvolto in inchiesta Banca Progetto

Condannato l'ex finanziere De Domenico per corruzione. Coinvolto anche in inchiesta sui finanziamenti sospetti di Banca Progetto.

L’inchiesta era partita nel 2016

L’inchiesta era partita nel 2016

Condannato a 5 anni di reclusione per corruzione l’ex finanziere monzese Alessandro De Domenico, recentemente coinvolto nell’inchiesta per truffa allo Stato per i finanziamenti sospetti di Banca Progetto che vede tra gli indagati anche un broker fratello di un magistrato antimafia.

Mentre naufraga tra prescrizioni e l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio la parte del processo sul business per il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno che vedeva accusati a vario titolo l’allora sovrintendente della polizia di Stato in servizio all’ufficio immigrazione del Commissariato di Greco Turro a Milano Giovanni Alongi e due egiziani.

La Procura di Monza aveva chiesto la condanna a 4 anni e mezzo di reclusione ciascuno per finanziere e poliziotto e un anno e mezzo di reclusione per gli egiziani. Ma i fatti contestati risalivano anche al 2017.

De Domenico era accusato anche per una bustarella da 150 euro offerta dalla titolare di un ristorante cinese a Monza (che è a sua volta imputata in un processo parallelo e che sostiene si trattasse di un regalo per la figlia dell’imputato che compiva gli anni) e altri regali offerti da commercianti dagli occhi a mandorla che, secondo l’accusa, venivano avvertiti di controlli delle Fiamme gialle nei loro locali e negozi.

"Ma quale corruzione con i cinesi. I rapporti conviviali stretti durante i controlli con alcuni di loro servivano per acquisire informazioni e capire dove quella comunità si approvvigionava, come riciclavano il denaro e per garantire la vendita di prodotti sicuri", sostiene Alessandro De Domenico.

L’inchiesta della Guardia di finanza era nata nel 2016 da un controllo contro il lavoro nero in una panetteria monzese, dove un egiziano aveva accusato di corruzione di un finanziere il connazionale Ibraim Saran. Indagando su di lui sarebbe emersa una serie di pratiche per connazionali che avevano bisogno di sistemare i dati di reddito e dimora per ottenere permessi di soggiorno o ricongiungimenti familiari.

"Ma quali soldi al finanziere per i permessi di soggiorno... gli devo dare ancora quelli dell’affitto", ha sostenuto davanti ai giudici Saran, già condannato in abbreviato con sentenza definitiva perché ritenuto il promotore del presunto business. "Io con il panificio non c’entro niente anche se sono miei parenti – ha raccontato Saran –, De Domenico l’ho conosciuto dopo un controllo e mi ha aiutato a salvare la mia casa all’asta, comprandola e permettendomi anche di restare qualche mese".

L’inchiesta ha già portato al patteggiamento del commercialista di Legnano Luca Scordo. Mentre è in corso un altro dibattimento nei confronti di una decina di imputati di falso, tra cui il messo comunale di Monza, Antonio Apicella e il ragioniere Mauro Dante Uggeri di Verano Brianza (già coinvolto in un’inchiesta analoga in passato). Ma anche lì va tutto in prescrizione.