"In fabbrica, ma niente tamponi. Così diventeranno le nuove Rsa"

Il segretario generale della Fiom Cgil, Pietro Occhiuto critica alcune disposizioni regionali: "Chi è in attesa del test potrebbe rientrare in azienda se non ha sintomi da 14 giorni"

Pietro Occhiuto, segretario generale sindacato dei metalmeccanici della Cgil in Brianza

Pietro Occhiuto, segretario generale sindacato dei metalmeccanici della Cgil in Brianza

Monza, 25 maggio 2020 - «Le fabbriche rischiano di essere le Rsa della Fase 2". Attacco senza giri di parole della Fiom-Brianza alle norme dettate dalla Regione per il rientro in reparto dei lavoratori in quarantena durante il lockdown, "troppe frettolose". Nel mirino c’è la scelta di dichiarare guarito - e dunque può riprendere servizio - chi "in attesa di tampone non ha mostrato sintomi per 14 giorni - spiega il segretario generale Pietro Occhiuto -. Un errore che trasforma le aziende in potenziali focolai, come è successo all’inizio dell’emergenza con le case di riposo. E adesso aspettiamo l’esito delle inchieste".

«Senza test negativo il dipendente che timbra di nuovo il cartellino può essere fonte di contagio per i colleghi e per chiunque entri in contatto con lui. Per rimediare - prosegue Occhiuto - nella stessa delibera la giunta Fontana propone a chi si ritrova in queste condizioni di sottoporsi a test sierologico e solo nel caso di risultato dubbio o positivo torna in isolamento con la possibilità di fare il tampone. Peccato che nel frattempo abbia ottime possibilità di trasformarsi in veicolo della malattia. Dietro a questa scelta della Regione leggo la volontà di non fare accertamenti per dimostrare che il contagio in Lombardia è sparito. E’ come se volessero nascondere la polvere sotto al tappeto".

"Anche questo spiega perché l’epidemia in Lombardia abbia assunto i contorni della tragedia più che altrove, dove positivi e asintomatici sono stati tracciati per evitare che la polmonite si propagasse esponenzialmente - rincara il segretario -. Alzeremo il livello di attenzione nei reparti, l’obiettivo è tutelare con tutti i mezzi a disposizione la salute degli operai. Continueremo a verificare in modo rigoroso l’applicazione dei protocolli anti-Covid siglati nelle scorse settimane".

I colossi come Agrati si sono organizzati in proprio e cercano le memorie immunitarie in collaborazione con il Sacco. A una prima tornata di test sierologici nelle sedi della bulloneria, ne seguirà un’altra per tenere sotto controllo lo stato di salute della popolazione aziendale, mentre Candy-Haier ha rimesso a punto tutta la catena per garantire la distanza e ha adottato, sempre d’accordo con i sindacati, un pacchetto di misure per scongiurare il peggio.

Le intese per combattere il coronavirus firmate in Brianza sono più di 100. Protagoniste, imprese modello in trincea contro la ‘Bestia’, semmai la delusione per i metalmeccanici "arriva dal Pirellone". Per fare emergere le violazioni delle misure anti-pandemia nei luoghi di lavoro, la Cgil ha messo in campo lo Sportello sicurezza. I centralini sono bollenti da settimane.