
Il sistema di biodecontaminazione della Am Instruments
Limbiate (Monza Brianza), 8 febbraio 2020 - Fermare il coronavirus. Un sogno. Una speranza. Il vaccino non c’è. Si sa. Per trovarlo, pare, ci vorrà ancora molto. Due le strade, in questa fase, per arginare l’epidemia. L’isolamento e l’igiene. E c’è in Brianza un’azienda leader nella decontaminazione degli ambienti. È la AM Instruments. Da quando i casi di contagio da virus 2019-CnoV si sono moltiplicati è stata presa d’assalto. "Solo nella giornata di mercoledì 33 imprese, in particolare compagnie aeree e marittime, ci hanno contattato per avere informazioni sulle nostre tecniche di decontaminazione degli ambienti", spiegano dalla sede di via Isonzo.
Ma non solo. Alla AM Instruments commercializzano anche le mascherine. Ormai introvabili. "In pochi giorni le richieste sono state 10 volte più alte di quelle che solitamente abbiamo in un anno", spiega Roberto Fossati, titolare dell’azienda che aggiunge: "Di solito le vendiamo ad aziende del campo farmaceutico-medicale, in questi giorni invece le richieste ci stanno arrivando da imprese dei settori più disparati". C’è una corsa all’accaparramento. Per non farsi “cogliere impreparati” nel caso l’epidemia raggiunga l’Italia. "D’altronde se in Cina, paese maggior produttore di mascherine, sono finite vuol dire che la domanda è davvero eccezionale".
Ma a rappresentare l’eccellenza dell’AM Instruments è il servizio di decontaminazione iHP (Ionized Hydrogen Peroxide) a base di perossido d’idrogeno. "È un brevetto che abbiamo acquisito dall’America", spiega Fossati. Un sistema che nel 2015 è stato scelto fra altri 1.500 per la lotta globale all’Ebola. "Le camere di decontaminazione per operatori e strumentazione furono usate proprio per la rapidità del ciclo (8 minuti), la sicurezza per gli esseri umani e la compatibilità per i materiali", precisano dalla AM Instruments. Una tecnologia che può essere utilizzata per sanificare "aerei, mezzi di trasporto, strutture commerciali, ospedali e strutture mediche, navi da crociera, uffici, camere d’albergo e motel, scuole, ristoranti, impianti di lavorazione dei prodotti, caserme militari, polizia e vigili del fuoco e impianti sportivi", si legge nella pagina del sito internet dell’azienda.
«Il sistema di biodecontaminazione AM Instruments agisce attraverso l’innovativa tecnologia iHP: una soluzione di perossido di idrogeno all’8 per cento viene diffusa attraverso un ugello, creando una nebbia di micro gocce che, passando attraverso un arco voltaico (ad alto voltaggio), subiscono un processo di ionizzazione. La soluzione risultante possiede una elevata concentrazione di radicali idrossilici e specie reattive dell’ossigeno (ROS), in grado di danneggiare i microrganismi attraverso l’ossidazione di proteine, carboidrati e lipidi. Il campo elettromagnetico impartisce una carica elettrostatica alla nebbia la quale in tal modo agisce come un gas, a causa della mutua attività repulsiva delle cariche positive. Il risultato è una diffusione elevata della soluzione che è in grado di raggiungere il 100 per cento dell’area trattata. I prodotti risultanti, ossigeno e acqua, non lasciano alcun residuo sulle superfici e non sono tossici per le persone. La bassa concentrazione di perossido di idrogeno assicura una elevata compatibilità con i materiali presenti negli ambienti. Il servizio di biodecontaminazione AM Instruments è caratterizzato da tempi di ciclo rapidi e sicuri, non necessita condizioni di preparazione dei locali e viene svolto da un team specializzato nella massima sicurezza. Un singolo sistema può trattare 700 metri cubi. Gli augelli nebulizzanti possono essere posizionati in ambienti o utilizzati a mano dagli operatori", spiegano dall’azienda.
"Un sistema in grado di eliminare quindi virus e batteri", aggiunge Fossati. E al termine del trattamento, grazie all’applicazione di particolari strisce adesive bioindicatrici, è possibile verificare il livello di sanificazione dell’ambiente. Ora la mission della AM Instrumnent è far fronte a questo picco di richieste. L’azienda, nata nel 1990, ha infatti un centinaio di addetti dei quali solo una minima parte destinata alle operazioni di biodecontaminazione degli ambienti. "Le sfide e la capacità di adattare produzione e servizi alle necessità del mercato e dei clienti sono parte integrante del dna della nostra azienda. In queste ore il nostro lavoro si sta concentrando proprio nel tentativo di adattare più rapidamente la nostra tecnologia alle esigenze di chi richiede i nostri servizi", conclude Fossati.