MARCO GALVANI
Cronaca

Coronavirus, il prefetto: "Con la salute non si scherza niente sconti ai furbetti"

Patrizia Palmisani: "Una task force per la sicurezza su tutto il territorio"

Il prefetto Patrizia Palmisani

Monza, 22 marzo 2020 - Da un mese lavora senza sosta per coordinare sull’intera provincia l’emergenza coronavirus. Ogni giorno il prefetto Patrizia Palmisani fa il punto con gli altri enti della cabina di regia, Provincia, Comune di Monza, ATS Brianza, Asst di Monza e quella di Vimercate, Questura, Guardia di finanza, Arma dei carabinieri e Vigili del fuoco. Anche per garantire il rispetto dei decreti emanati dal Governo e delle ordinanze firmate a livello regionale e comunale. Secondo gli ultimi dati certificati da Regione Lombardia, il numero dei contagi continua ad aumentare: 1.084 i positivi tra Monza e Brianza, una crescita di 268 casi in sole 24 ore. Signor prefetto, la gente sta rispettando il divieto di uscire senza validi motivi? "I controlli crescono costantemente nei numeri. Dal momento dell’adozione delle misure in vigore dall’8 marzo, sono state controllati 3.400 esercizi commerciali e oltre 8.500 persone, che hanno portato alla formalizzazione di quasi 400 denunce". Su quante forze potete contare? "Quotidianamente vengono impiegati oltre 300 operatori tra Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza ed Esercito, a cui si aggiungono gli agenti della polizia provinciale e delle polizie locali. Il dispositivo è stato strutturato in modo flessibile, secondo il modello dei controlli dinamici, con l’obiettivo di coprire l’intero territorio provinciale". Il contingente dei militari dovrebbe essere implementato? "Qui in Provincia i militari sono in campo ormai da una settimana, offrendo un contributo importante all’attività di controllo, anche in termini di efficacia deterrente al fianco delle forze di polizia. Ho voluto cogliere immediatamente questa possibilità, grazie alla presenza su questo territorio di un contingente di ‘Strade sicure’. Ritengo che tale contributo sia adeguato a fronte della tipologia dei controlli che ad oggi devono essere svolti. Naturalmente, qualora arrivassero indicazioni riguardo all’esigenza di intensificare ulteriormente l’attività, si potrà valutare di richiedere un ulteriore rinforzo". Quali strumenti hanno a disposizione le forze dell’ordine per garantire il rispetto dei provvedimenti? "Il mancato rispetto delle misure di contenimento in vigore determina la denuncia per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, reato che comporta l’avvio di un procedimento penale. A ciò si aggiungono, naturalmente, le contestazioni connesse alle eventuali false dichiarazioni o attestazioni rese a un pubblico ufficiale nella compilazione dell’autocertificazione. I soggetti positivi o in quarantena che non dovessero rispettare il divieto assoluto di uscire dalla propria abitazione, poi, potrebbero rischiare un’imputazione per delitto colposo contro la salute pubblica". A Monza, soprattutto, è nota la presenza di clochard. Durante questa emergenza sanitaria come viene gestita la loro situazione? "Ad oggi non abbiamo evidenza di casi, che però qualora si verificassero potrebbero trovare, a mio avviso, diverse soluzioni. È infatti ovvio che, per come è strutturato il sistema sanitario nazionale, qualora si dovesse verificare il caso di un clochard positivo a coronavirus che avesse bisogno di cure mediche, lo stesso verrebbe naturalmente ricoverato in ospedale. Qualora invece la persona non avesse bisogno di ricovero, ma dovesse osservare un periodo di quarantena, si dovrebbe individuare una soluzione che consenta di garantire il rispetto dei protocolli sanitari, eventualmente anche attraverso il coinvolgimento del mondo del volontariato". Qual è il messaggio che vorrebbe fare arrivare a chi ancora non ha compreso la gravità della situazione? "Il numero dei contagi sta crescendo anche in questa provincia. L’intera sanità è sotto pressione e a tutti coloro che operano nel sistema va il mio più profondo ringraziamento per l’incredibile sforzo che stanno mettendo in atto. La misura imprescindibile e più importante per fronteggiare il diffondersi del virus è rimanere in casa. Deve cambiare l’approccio alle limitazioni: l’elusione del controllo o della sanzione – il ‘farla franca’ – non può essere motivo di vanto né di soddisfazione. Non è questo l’obiettivo. L’unico obiettivo deve essere quello di evitare il contagio, al fine di preservare la propria salute e quella di chi ci è più vicino. E questo si raggiunge solo stando a casa. È un sacrificio sicuramente molto grande, ma assolutamente necessario in questo momento".