Sede Poliambulatorio Asst via don Giussani 1, sotto il Municipio di Nova Milanese. Qui si riunisce quasi ogni giorno la commissione medica per le invalidità, composta da 6 medici. Si aggiungono l’utente, cioè il richiedente invalidità, più l’eventuale accompagnatore.
Il tutto avviene in un locale privo di finestre, con solo un lucernario a soffitto. E, secondo alcune segnalazioni, in condizioni non proprio di sicurezza, per quanto riguarda le norme di prevenzione del contagio. Alcuni giorni fa, una dipendente amministrativa si è ammalata di Covid. E ai medici Asst (che vanno lì a rotazione, durante l’orario di lavoro) non sarebbe stato fatto il tampone. "Normalmente la commissione è composta da 3 a 5 persone e da quando è iniziata l’emergenza Covid è stato sensibilmente ridotto il numero delle sedute - replica l’Asst di Monza -. Nel caso segnalato il tampone non è stato affatto negato in quanto, innanzitutto non è mai stato richiesto, in secondo luogo né le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, né le procedure aziendali che ne discendono, prevedono l’esecuzione di tamponi in caso di vicinanza ad un soggetto positivo se avvenuta con l’utilizzo degli appositi dpi. Tale impostazione è stata esplicitamente ribadita dal servizio di Medicina del Lavoro di questa Asst. Si sottolinea quindi che, nell’episodio in oggetto, non vi è stato alcun contatto stretto così come definito dalla normativa".
Per la Commissione è stato trovato comunque un altro spazio, evidentemente più idoneo: "Essendo state sospese tutte le attività poliambulatoriali a causa del verificarsi della seconda ondata di Covid-19, si è provveduto ad individuare nuovi spazi - prosegue Asst -. Si precisa, ad ogni buon conto, che la sede normalmente utilizzata è la medesima sin dai tempi dell’ASL Monza e Brianza, così come per tutto il periodo della prima ondata dell’epidemia: ciò senza che la cosa abbia mai creato problemi ad alcuno". La soluzione più idonea per prevenire è sempre la stessa: "D’altra parte, in piena pandemia, è del tutto normale avere contatti con persone positive, ma il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione, di cui sicuramente i medici del lavoro hanno fatto uso, e l’osservanza dei comportamenti di distanziamento sociale ormai noti a tutta la cittadinanza costituiscono garanzia sufficiente di mancato contagio", chiosa l’Azienda.
Alessandro Crisafulli