Limbiate, in carcere clan di strozzini. Minacce, botte e interessi del 200%: 5 arresti

A far scattare gli approfondimenti una perquisizione in abitazioni occupate da alcune famiglie di origini libiche: dal balcone erano volati Rolex e mazzette

Minacce, ma anche violenza fisica e pestaggi nei confronti delle proprie vittime. Cinque persone sono state arrestate dai carabinieri della compagnia di Desio, in provincia di Monza e Brianza, con l'accusa di usura ed estorsione. Almeno dieci le vittime costrette a pagare cifre altissime, per sanare il debito contratto con i propri aguzzini. "Se a fine mese non sei pronto, vedi te come ti cucino quella bella faccia da porco che hai": questa una delle frasi - riferisce la nota dei carabinieri - che sarebbero state pronunciate per convincerle a pagare.

Le indagini sui libici

Le indagini dei carabinieri, durate tre anni, hanno preso avvio nel 2019. E' stato allora che alcune vittime, non riuscendo a pagare il primo esoso debito, erano state indirizzare dal proprio creditore ad altri componenti del clan, per reperire il denaro necessario a liberarsi di lui. Per gli investigatori si trattava quindi di "un vero e proprio 'consorzio' di soldi a strozzo con interessi anche del 200%".  A far scattare gli approfondimenti dei carabinieri della stazione di Limbiate coordinati dalla procura di Milano, è stata una perquisizione all'interno di alcune abitazioni di Limbiate, occupate da alcune famiglie di origini libiche che - riferiscono i militari - "nel corso degli anni, hanno allacciato vincoli di parentela e amicizia con altri clan di pregiudicati, sia italiani che di origine libiche e marocchine".

Rolex e mazzette giù dal balcone

All'arrivo dei carabinieri, erano iniziati a volare dai balconi pacchetti con all'interno Rolex d'oro e mazzette di soldi, di cui disfarsi, per evitare problemi con la giustizia. Tuttavia, al termine della perquisizione, i militari hanno ritrovato circa 50.000 euro in contanti, assegni bancari post datati per circa 5.000 euro, orologi Rolex - Tag Heur - Janvier per un valore di circa 30.000 euro e monili in oro per circa 5.000 euro. A questo primo episodio sono seguite altre denunce: prima quella di un 37enne di Limbiate, poi le violenze raccontate da un piccolo imprenditore, caduto in pesanti difficoltà economiche a causa della dipendenza da cocaina e dalla separazione con la moglie. 

Botte e denunce

Tutte le vittime ricevevano minacce e botte, prima di convincersi a recarsi dai carabinieri. E' stato così anche per un 58enne di Bollate, nell'estate del 2021. In questo caso le vendette avevano coinvolto anche moglie. Lui avrebbe ricevuto nel mese di dicembre 2020 un finanziamento di 40.000 euro a fronte di una restituzione di 90.000 euro in rate mensili da 2.000 euro. In caserma, poi, anche un giovane 22enne che aveva raccontato il suo incubo di sette anni prima, quando per un prestito di 700 euro era stato costretto a contrarne altri con soggetti diversi per poter pagare le rate. Alla fine aveva pagato 100mila euro a fronte di un debito di droga di 15mila euro.  L'attività investigativa, denominata 'Fax', ha consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza e di identificare dieci vittime di usura/estorsione, permettendo "di collegare tutti gli indagati" a un unico "giro capace di 'autoalimentari', creando a cascata dei veri e propri 'debitori perenni'".