
Il cimitero dei bambini a Monza
Monza, 22 ottobre 2019 - "Sei per sempre. Mamma, papà e sorellina”. Sulle minuscole tombe del campo numero 8 si possono leggere frasi come questa. E accanto un angioletto, un orsacchiotto, un pupazzetto, macchinine colorate. Nell’aria, tante lacrime.
È il cimitero dei bambini. Pochi lo sanno, ma all’interno del cimitero urbano di Monza ci sono due campi riservati a chi è morto in tenerissima età, o magari non ha fatto neppure in tempo a nascere: i loro cari si trovano ora ad affrontare una procedura odiosa quanto faticosa e dolorosa, l’esumazione delle spoglie. Il problema di fondo è che i posti al cimitero sono sempre meno e la politica di esumazione o estumulazione delle salme iniziata dal Comune sta andando a toccare anche questi settori particolarmente delicati dal punto di vista emotivo. Alla scadenza della concessione (10 anni), i familiari dei defunti sono chiamati a scegliere, tra le soluzioni offerte dal cimitero, la successiva destinazione delle spoglie mortali del proprio caro, la cosiddetta seconda sepoltura. Avvisare i familiari non è però affare così scontato. All’ingresso del cimitero viene affisso un manifesto per avvertire i parenti, e un analogo avviso viene pubblicato sul sito internet del Comune. Non è detto però che tutti vadano al cimitero tanto spesso o che prestino attenzione ai manifesti. E il risultato è che si rischia di scoprire troppo tardi che le spoglie del proprio caro non ci sono più.
Chi aveva un figlio, un nipote o un fratellino sepolti nei campi 8 o 90 del cimitero, quelli riservati ai bambini, si è ritrovato davanti a un pezzetto di terreno spoglio e vuoto, senza più un segno, una croce, un pupazzetto o la fotografia del piccolo. L'operazione riguardato 130 minuscole salme. Quelle non reclamate per tempo, assicurano in cimitero, si trovano custodite in un apposito magazzino: i resti, a volte quasi inesistenti dopo tanti anni, sono comunque conservati in un ossario provvisorio. Per ogni defunto è stato predisposto uno scatolone in cui sono stati raccolti ninnoli, oggetti, catenine, fotografie. "È penoso, ce ne rendiamo conto - spiega uno dei custodi - ma non si poteva fare diversamente. Di solito attendiamo qualche giorno in più rispetto alla scadenza della concessione proprio per consentire a tutti di intervenire per tempo. Mettiamo un avviso anche sulla singola tomba. Nulla viene buttato. Fino a quando, però, non si sa. Quello che è certo invece è che a essere distrutti, se nessuno si fa avanti per reclamarli, sono i monumenti funebri delle singole sepolture.