
di Stefania Totaro
Restano agli arresti domiciliari i cinque indagati nelle indagini sulla presunta corruzione ai danni di Gelsia Ambiente. Intanto l’inchiesta della Procura di Monza procede su altri filoni che girano intorno alla gestione di Aeb-Gelsia, ora intenzionata a costituirsi parte civile, e che potrebbe portare a nuovi eclatanti sviluppi.
Gli interrogatori di garanzia davanti alla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza Silvia Pansini, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari chiesta dai pm monzesi Salvatore Bellomo e Michela Versini, non hanno portato a revoche, o modifiche in termini meno pesanti, delle misure restrittive per gli accusati a vario titolo, oltre che di corruzione, anche di turbativa d’asta, truffa aggravata, false fatturazioni e autoriciclaggio di denaro. I primi a essere stati sentiti (con collegamento da remoto a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19) sono stati i due indagati di Barletta, Cosimo Damiano Sfrecola, amministratore della società pugliese che faceva capo all’associazione temporanea di imprese che si è aggiudicata nel 2017 un appalto da oltre 2 milioni di euro sulla raccolta dei rifiuti in Brianza e l’intermediario Gaetano Giannini.
Entrambi non hanno inteso avvalersi della facoltà di non rispondere e hanno reso la loro versione dei fatti in un lungo interrogatorio. Poi è stata la volta dell’interrogatorio dell’altro imprenditore coinvolto, Fabrizio Cenci, di Limbiate, amministratore di una società che aveva avuto in subappalto la realizzazione del software per il microchip da applicare ai sacchetti per i rifiuti ed ottenuto anche altri lavori per Gelsia Ambiente, per servizi di comunicazione e pure bigliettini di Natale su cui è accusato di avere fatto la ‘cresta’ attraverso e grazie il "socio occulto" Massimo Borgato, ex presidente del consiglio di amministrazione della società pubblica con sede a Desio. Borgato è stato sentito per ultimo insieme al direttore generale di Gelsia Ambiente Antonio Capozza. Intanto nelle carte dell’ordinanza di custodia cautelare emergono alcuni nomi che non rientrano nella cerchia dei cinque finiti agli arresti domiciliari.
C’è il nome di una donna la cui posizione è stata stralciata e inviata a un Tribunale diverso da quello monzese per competenza territoriale in quanto il presunto reato di cui è accusata si sarebbe consumato in un luogo diverso da quello della giurisdizione della giustizia monzese. Poi emergono anche altri nomi di indagati per fatti analoghi o per circostanze che dalla lettura si ipotizzano diversi e ulteriori. Le indagini della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Monza e Brianza quindi potrebbero non essere concluse. Al momento Gelsia sta seguendo la vicenda giudiziaria con l’intenzione di costituirsi parte civile in quanto a sua volta danneggiata dalla società partecipante Gelsia Ambiente. Le carte dell’inchiesta aprono anche uno scenario sui legami politici tra i vari personaggi con cariche pubbliche a Seregno.
In un’intercettazione ambientale del febbraio 2018 Massimo Borgato si mostra preoccupato con Fabrizio Cenci per eventuali contatti che evidenzino un loro coinvolgimento."Non c’è un c..., però a volte. Questi c... di telefoni sotto controllo... io sono andato a vedere la nostra chat, secondo me ti conviene cancellare tutto". E poi ancora: "25 giugno vuol dire che sono andato in ferie, poi sono andato al meeting con Edo. Settembre primi giorni liberi poi hanno arrestato Edo, quindi lì c’è stato il black out, anche da parte mia... e dopo siamo stati veramente super attenti", conclude.