Caso Farfalle, psicologa in accademia: "La pesa? Non le svaluta. Ora il clima è sereno"

La professoressa Marcella Bounous da novembre a Desio "Qualcosa può non aver funzionato, ma il talento sportivo a volte non si incontra con quello mentale e si barcolla"

Una delle esibizioni delle Farfalle della ritmica

Una delle esibizioni delle Farfalle della ritmica

Lo scandalo delle presunte pressioni per perdere peso hanno travolto l’accademia di Desio, fiore all’occhiello della ginnastica italiana, portando - lo scorso 12 gennaio - dopo il commissariamento alla decisione di ridimensionare il ruolo di Emanuela Maccarani, allenatrice della Nazionale di Ginnastica Ritmica. Dopo quasi 5 anni, la figura principale della disciplina in Italia ha perso il ruolo di direttrice tecnica della squadra secondo la scelta del Consiglio Direttivo Federale presieduto da Gherardo Tecchi. Ed è proprio il numero uno della ginnastica tricolore ad avere rilevato, per ora, il ruolo tolto alla 56enne, pluridecorata, tecnica milanese. «L’incarico lo assumo io ad interim - aveva spiegato Tecchi -. Seguirò la ritmica come in passato. La decisione è stata mia dopo aver sentito anche il presidente del Coni Giovanni Malagò e essermi confrontato con il consiglio federale. Abbiamo anche sentito la psicologa Marcella Bounous, e la capitana Alessia Maurelli, molto esaustiva. Il consiglio ha approvato». Ora è proprio Marcella Bounous a spiegare quale sia il clima all’interno delle mura dell’accademia desiana.

 

«Qualcosa potrebbe non aver funzionato, in passato, a Desio, ma il talento sportivo a volte non incontra quello mentale, quindi si barcolla e poi si cede. Ecco perché c’è tanto bisogno di formazione e prevenzione nello sport di alto livello". La professoressa Marcella Bounous dal 17 novembre è la Duty Officer dell’Accademia Internazionale di Ritmica di Desio. La Federazione di Ginnastica presieduta da Gherardo Tecchi non ha avuto dubbi ad affidare a lei - pedagogista, psicologa, docente universitaria, con ampia esperienza in progetti sportivi - il delicato compito di tutela e vigilanza su stati emotivi, comportamenti e rapporti di e tra atlete e staff. Una volta a settimana, almeno, è in Brianza: per osservare, ascoltare, consigliare, relazionare. A stretto contatto con il commissario Valter Peroni.

Due mesi intensi di lavoro a Desio. Che attività ha svolto?

"Molto intensi, direi. Perché per le ragazze e tutto lo staff della Nazionale quanto successo è veramente uno tsunami. Io sono entrata in punta di piedi, nel momento più difficile della loro vita. Ho passato la maggior parte del tempo ad ascoltare. Per loro è stato importante poter parlare, esprimere il proprio vissuto e le proprie emozioni, senza essere interrogate né giudicate. E di emozioni ne hanno vissute e stanno vivendo veramente tante".

Qual è la condizione emotiva e psicologica che ha riscontrato nelle ragazze?

"Le reazioni sono state forti e variegate, essendo ognuno di noi diverso. Io ho cercato di essere principalmente di supporto e tutela per le atlete più giovani, che hanno solo 17-18 anni, mentre con le più esperte ci siamo immerse nelle relazioni. Nessuna di loro si sarebbe aspettata un tale impatto mediatico, si sono trovate catapultate in una realtà che non conoscevano, con incredulità e stupore. La linea dettata è stata quella di continuare ad allenarsi, senza esporsi all’esterno, o sui social, quindi hanno trattenuto tutto dentro e non è facile. Tra loro si instaurano relazioni molto forti, simili a quelle familiari, e c’è un grande senso di condivisione e appartenenza, quindi c’è chi ha vissuto come un tradimento certe testimonianze e parole di ex compagne".

Qual è stato invece l’impatto emotivo per il deus ex machina della squadra, Emanuela Maccarani?

"Lei è sicuramente una donna molto forte, l’impatto è stato significativo per lei, ma anche per la sua assistente Olga Tishina e tutto lo staff. Maccarani ha dato grande forza e serenità alle ragazze e a chi collabora con lei. Poi, ogni tanto, è emersa la fragilità umana, che è in tutti noi, e si è dimostrata molto sensibile: un aspetto che rimane nascosto, forse per sua stessa scelta, ma è presente".

Relativamente al tema chiave dell’alimentazione, ha riscontrato criticità?

"Il mondo della ritmica è molto particolare, duro, rigido. E qui parliamo di una Accademia Internazionale. Una eccellenza. Per rimanerci occorre sapere che non puoi mangiare, bere e dormire come e quanto vuoi. Ed è importante spiegare alle atlete il perché, che è finalizzato a raggiungere il massimo della performance agonistica. Le ragazze non mi hanno raccontato di episodi di abusi o frasi offensive relative al peso e non ho notato, in questo periodo, limiti e comportamenti eccessivi. Ho visto ragazze mangiarsi un cioccolatino, tranquillamente, prima di salire in pedana".

Ma esiste questo rito della pesa? E come è stato vissuto? Come eventualmente sarà modificato?

"Anzitutto bisogna dire che l’eventuale peso eccessivo non è solo un problema estetico ma influisce sulla prestazione, perché sei meno elastica, meno leggera. Ci sono delle situazioni che possono essere accadute in passato e sulle quali nessuno di noi deve giudicare, ma lo farà chi è preposto. Io credo che negli ultimi anni la situazione sia molto più serena, c’è stata une evoluzione positiva. La pesa a volte è anche una autoesigenza dell’atleta, per sapere come sta. A me non risulta che siano sempre messe in fila per pesarsi e in ogni caso per loro, salire sulla bilancia una dopo l’altra non è qualcosa che le svaluta".

Lo sport di alto livello non è per tutti, ha detto Maccarani. È d’accordo?

"Decisamente sì, confermo. Lo sport di alto livello è un altro mondo rispetto a quello di base e giovanile. Bisogna essere consapevoli che ci sono delle regole precise da seguire. Tutto viene un po’ esasperato, è chiaro, soprattutto nei periodi di maggiore stress vicino alle competizioni più importanti, quando aumentano paure e preoccupazioni, ed è allora che può nascere qualche tensione e frizione".

Il lavoro psicologico è fondamentale: può essere che sia stato un po’ trascurato o sottovalutato nel recente passato?

"C’è un aspetto emotivo e psicologico che è assolutamente da valutare e potenziare. Ci vuole una formazione specifica, in questo ambito, e per ogni sport, che tocchi atleti, staff e famiglie. E poi bisogna puntare sulla prevenzione: quando subentra l’aspetto clinico vuol dire che qualcosa non ha funzionato, bisogna parlare e puntare di salute e benessere, di stili di vita corretti, di educazione alimentare. Per non arrivare a dover tamponare poi l’emergenza, magari, di disturbi alimentari, del sonno o di altro genere. Qualcosa potrebbe non aver funzionato a Desio negli anni scorsi, è per questo che sarebbe servito lavorare di più sulla prevenzione e sull’intercettare subito eventuali criticità e difficoltà".

In una occasione ha parlato con i genitori delle ragazze: quali riscontri ne ha tratto?

"Hanno sempre avuto massima fiducia nel lavoro della Maccarani e del suo staff, senza avere timori sul benessere delle proprie figlie".

Crede che la decisione del Consiglio Federale a cui lei ha partecipato sia la più adeguata?

"Credo sia una decisione presa per salvaguardare le ragazze".

Quale sarà il suo lavoro futuro?

"Ora ci concentreremo tutti per gli obiettivi agonistici, superando la fase del gossip. Cercherò di strutturare il mio lavoro a supporto dei momenti più difficili e delle emozioni più intense, soprattutto per le atlete più giovani. Lavoreremo per raggiungere i risultati che il mondo dello sport e loro stesse si aspettano".