Quando Paolo (il nome è di fantasia) ha dichiarato alla mamma la sua omosessualità è stato sbattuto fuori casa. Di notte. Paolo è un ragazzo di 15 anni che vive nella provincia di Monza. Subito ha chiamato i referenti di BOA con i quali si era incontrato alcune settimane prima a uno degli sportelli di ascolto e di aiuto. A raccontare la storia di Paolo è il vice presidente Oscar Innaurato. "Da aprile 2022 ad oggi si sono rivolte ai nostri sportelli centinaia di persone – racconta –. Paolo è uno di loro. Un adolescente come tanti, cresciuto in Brianza in una buona famiglia che non gli ha fatto mancare nulla, anche a livello economico". Però quando è arrivato il momento di dichiarare la sua omosessualità il giovane ha avuto problemi. "Ricordo bene quella sera. Paolo ha parlato con sua madre e lei ha deciso di mandarlo fuori casa. Era sera, il papà di Paolo non era ancora rientrato. Lui ci ha chiamato e noi abbiamo fatto da intermediari".
Il giovane, grazie all’aiuto del padre e dei volontari, è ritornato a casa la sera stessa. "Naturalmente è stato intrapreso un lavoro di dialogo con i genitori. Un percorso che lo ha visto partecipare anche al Brianza Pride della scorsa estate, accompagnato dal papà". La storia di Paolo ha toccato profondamente Oscar Innaurato. "Purtroppo è una storia emblatica e molto diffusa in Brianza. Le persone che si rivolgono al nostro sportello sono, a dispetto di pregiudizi, ragazzi brianzoli spesso di buona famiglia. Ragazzi cresciuti in un ambiente culturalmente ed economicamente agiato. Sono molto di meno, per esempio, le persone straniere". Numeri alla mano in quasi un anno sono un centinaio le persone che si sono rivolte allo sportello di Monza, 120 a Vimercate e 50 a Desio. Oltre alle persone che subiscono violenza o minacce per il proprio orientamento sessuale, ci sono anche molti che chiedono aiuto per la transizione. "Soprattutto come fare a superare atteggiamenti spesso di chiusura da parte di alcuni medici".
B.Api.