Fallito per colpa dello Stato, approvata la legge Bramini

Fondo di garanzia per gli imprenditori che avanzano crediti dal pubblico, ma "ancora non basta"

Sergio Bramini con Luigi  Di Maio

Sergio Bramini con Luigi Di Maio

Monza, 12 dicembre 2018 - Qualcosa si muove. Il vicepremier e ministro Luigi Di Maio ha annunciato ieri che "in Consiglio dei Ministri abbiamo approvato un decreto legge che, come primo articolo, ha la cosiddetta legge Bramini, che prevede che gli imprenditori che aspettano soldi dallo Stato e lo Stato non li paga avranno delle agevolazioni". 

L’annuncio è arrivato attraverso un video pubblicato su Facebook al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto Semplificazioni.  "Prima di tutto se sono in ritardo con i pagamenti il fondo di garanzia dello Stato gli garantirà i pagamenti in modo tale da non fargli saltare i conti dell’azienda, poi non gli potranno pignorare la casa con le procedure che stanno utilizzando", ha aggiunto. "Finalmente aiutiamo imprenditori che devono avere soldi dallo Stato a non perdere la casa", ha concluso. Sergio Bramini era diventato noto suo malgrado dopo la pesante situazione giudiziaria che lo aveva visto fallire nel 2011 nonostante avesse un credito di oltre 4 milioni dallo Stato. La Icom di Bramini, specializzata nel trattamento rifiuti, si era trovata infatti a lavorare per conto di alcune Ato in Sicilia e in Campania che non lo avevano mai pagato. Bramini aveva pignorato la sua villa a Monza nell’attesa che i debiti venissero saldati ma alla fine era stato costretto a capitolare. E la sua villa era stata messa all’asta e assegnata proprio pochi giorni fa a un imprenditore cinese. 

Nominato lo scorso giugno consulente del nuovo Governo per mettere mano a una riforma della legge sui fallimenti, Bramini vede ora coronati almeno parzialmente i suoi sforzi. E dal video di ieri Di Maio invia "un grande abbraccio a Sergio Bramini e alla lotta che ha fatto". Soddisfatto? "Sì, ma non del tutto" precisa Bramini. Che spiega: "Questo fondo dovrebbe essere allargato, non ci sono soltanto le imprese che avanzano crediti dallo Stato, ma ci sono anche artigiani, commercianti, professionisti che si trovano in queste condizioni e devono essere aiutati. Le case non devono essere più svendute a “fondi avvoltoio” e a chi ci specula, chi la perde deve essere messo nelle condizioni di potersela riprendere pagando il suo debito".