STEFANIA TOTARO
Cronaca

Bonus facciata 90% ed eco bonus 65%, scoperta maxi frode: 48 indagati, tra loro commercialista di Varedo

Monza, sequestrati beni per 90 milioni di euro tra immobili, conti correnti e una Porsche. Nei guai altri due commercialisti, uno di Napoli e uno di Treviso: avrebbero provveduto alle false comunicazioni all'Agenzia delle Entrate

Operai al lavoro (Archivio)

Monza, 4 Aprile 2023 - Maxi frode ai danni dello Stato e autoriciclaggio dei proventi illeciti nel settore dei bonus edilizi: sequestrati crediti fiscali, denaro, appartamenti e ville per 90 milioni di euro, 48 indagati tra cui 4 brianzoli. I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo brianzolo, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza di denaro, beni e crediti fiscali per un valore di 90 milioni euro, emesso dalla stessa Autorità Giudiziaria per le ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato, autoriciclaggio dei proventi illeciti e indebite compensazioni di crediti fittizi.

L’indagine, sviluppata dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Monza, è stata avviata a seguito di anomalie antiriciclaggio ed alert di rischio emersi nei confronti di un professionista, di origine calabrese ma residente a Varedo, commercialista e revisore legale dei conti, che avrebbe effettuato plurime operazioni di acquisto di crediti per un valore di 13 milioni di euro da un’amplia platea di persone fisiche riguardanti interventi edilizi della tipologia “Bonus facciata 90%” ed "Eco-bonus 65%”, ponendo in essere subito dopo cessioni “a catena” dei medesimi crediti, per lo più lo stesso giorno, per poi essere infine “monetizzati” presso Poste Italiane.

Le ulteriori investigazioni, dirette dalla Procura della Repubblica di Monza, hanno consentito di acquisire numerosi indizi su un vasto e ripetuto sistema fraudolento gestito da più persone, attraverso la costituzione di 48 soggetti economici tra ditte individuali e società (con domicilio fiscale in 13 regioni italiane), volto alla creazione, circolazione di crediti d’imposta inesistenti ed ottenimento di ingenti quantitativi di liquidità, utilizzando illecitamente l’istituto giuridico della cessione dei crediti fiscali tra il 2020 e il novembre 2021 (ossia, nel periodo temporale prima della riforma operata dal c.d. Decreto Sostegni-Ter quando era possibile operare illimitate cessioni).

Sono state approfondite circa 700 posizioni di persone fisiche (verosimilmente ignare dello schema criminoso) che per prime avrebbero ceduto i crediti per l’esecuzione di presunti interventi edilizi, riscontrando una serie di elementi indiziari convergenti che hanno denotato la natura fittizia dei crediti, tra cui l’assenza (per quasi metà delle posizioni) di unità immobiliari intestate ai richiedenti, la mancanza dei c.d. bonifici “parlanti”, la duplicazione delle cessioni di credito a più soggetti per lo stesso importo, ma con codici tributo differenti, persone con redditi esigui o percettori di reddito di cittadinanza.

A riguardo, invece, alle realtà economiche cedenti e cessionarie, tra cui quelle che avrebbero dovuto eseguire i lavori, le stesse sono risultate di recente costituzione e senza una struttura operativa reale, con legali rappresentanti e amministratori gravati da precedenti penali e con oggetti sociali non compatibili con le attività da svolgere. Sono state così inviate plurime e false comunicazioni all’Agenzia delle Entrate, attraverso l’inserimento nell’apposito portale e l’apporto di due commercialisti residenti a Napoli e Treviso, attestando la disponibilità di crediti fiscali per decine di milioni di euro, a fronte di fantomatici interventi di “recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica”.

A seguito degli approfondimenti d’indagine, sono state deferite dalle Fiamme Gialle 48 persone per i reati di truffa aggravata, autoriciclaggio e indebite compensazioni ed eseguito un provvedimento cautelare urgente emesso dall’Autorità Giudiziaria di Monza relativo sia al sequestro impeditivo sia a quello preventivo finalizzato alla confisca, per circa 90 milioni di euro, di cui 38 milioni di euro di crediti d’imposta ancora giacenti nei cassetti fiscali degli operatori economici coinvolti ovvero di Poste Italiane, quest’ultima estranea alla realizzazione della frode e parte offesa del reato; 51 milioni di euro tra disponibilità finanziarie, quote sociali e beni (30 unità immobiliari, tra cui 3 ville a Venezia e Massa, una Porsche) nei confronti dei soggetti economici e delle persone fisiche indagate che hanno ottenuto, una volta liquidati i crediti fittizi, profitti illeciti trasferiti in parte anche verso conti esteri; circa 200 mila euro nei confronti di due soggetti che avevano proceduto a compensare illecitamente i crediti di imposta. I Finanzieri hanno eseguito perquisizioni domiciliari nei confronti di diversi indagati.