"Sgomberate il Boccaccio, è pericoloso". Il sindaco tira dritto: "Non posso farlo"

I residenti di via Timavo tornano a farsi sentire dopo che il Tribunale ha bocciato il sequestro. Gli antagonisti attaccano la giunta sulla presenza della polizia locale nei pressi della struttura occupata

Una manifestazione degli attivisti del Boccaccio

Una manifestazione degli attivisti del Boccaccio

Monza - Nessun sequestro dell’area, basterebbe uno sgombero. Ma a chiederlo non sarà probabilmente il sindaco. Questa in soldoni la sintesi del caso “via Timavo”, l’ex deposito di bus e ultimo approdo, dall’estate 2021, del centro sociale Boccaccio. A una cinquantina di metri dalla sua “vecchia” casa, sempre abusiva, in via Rosmini, da cui era stato sgomberato. I residenti della zona, nei pressi del vecchio stadio Sada, sono tornati alla carica con una lettera al calor bianco: "Sono un cittadino di Monza, in seguito alla bocciatura, da parte del Tribunale del Riesame, del sequestro preventivo dell’area di via Timavo occupata dal centro sociale Foa, mi chiedo e vi chiedo: Quali sono, ora, gli impedimenti per lo sgombero dello stesso?".

Le preoccupazioni dei residenti

I residenti avevano raccolto un centinaio di firme lamentando bivacchi, feste con musica alta fino a tardi, allacciamento abusivo all’energia elettrica, l’utilizzo gratuito di acqua e il mancato pagamento per il ritiro dei rifiuti. "A tutto ciò si deve aggiungere anche la sicurezza degli stessi ragazzi che si riuniscono in locali fatiscenti che sicuramente non hanno agibilità e abitabilità". Persino il tetto sarebbe corroso, "costituito da pannelli di amianto".

Inquinamento ma non solo. "Non è più tollerabile che nel 2023 si possa tenere un’area dismessa a ridosso di un centro storico come quello di Monza in pessime condizioni igienico-sanitarie, occupata da un manipolo di giovani che parlano di ambiente ed inquinamento quando sono loro stessi a sporcare e inquinare". E poi, "credo che sia opportuno che venga avviato al più presto lo sgombero per consentire alla proprietà di poter effettuare tutti i lavori che servano non solo alla riqualificazione del territorio ma anche alla messa in sicurezza dello stesso. Basta con questa retorica oramai desueta della speculazione edilizia... I giovani dovrebbero portare avanti le loro sacrosante battaglie nella legalità"

La replica degli occupanti

Dal Boccaccio avevano di contro stigmatizzato "lo squallido scenario urbanistico cittadino e il soffocante clima repressivo che viviamo in città. L’accoppiata Pilotto-Moccia sta portando avanti le stesse politiche ultra securitarie della giunta Allevi: non possiamo più accettare di vedere la Foa Boccaccio circondata dalla polizia a ogni iniziativa, né che gli sbirri intimidiscano le persone che vogliono frequentare lo spazio".

La posizione del sindaco

Preso tra due fuochi, il sindaco tira dritto. E parte da una precisazione: "Il sindaco non può ordinare un atto come uno sgombero, non è nelle sue facoltà". Paolo Pilotto risponde poi a chi gli chiede di prendere una posizione netta sulla questione centro sociale. "Da quando mi sono insediato, ascolto. Ascolto i cittadini, ascolto anche i vertici del centro sociale, ascolto le forze dell’ordine. Non faremo mai mancare il presidio della nostra polizia locale, ma non si tratta di quella 'truce' presenza dipinta dal Boccaccio, ma di una presenza discreta. Devo garantire la tutela dei cittadini e la legalità". Pilotto ricorda bene la nascita del Boccaccio, nel 2003, sindaco Faglia. "Occuparono l’ex Macello, dissero che avrebbero accettato di parlare soltanto col sottoscritto, rimandai le vacanze per essere lì con loro: 7-8 ore a discutere".

All’epoca il Boccaccio non voleva trattare, aveva ancora bisogno di affermarsi. "Non so se è cambiata la loro visione, ci sono centri sociali in altre città che sono venuti ad accordi con operatori privati per utilizzare parti delle loro aree non di interesse in modo da organizzarci attività culturali". Il sindaco non ordina sgomberi, vero, ma può fare pressione."Ecco, io riporto ogni volta le istanze dei cittadini. Riferisco a Questura e Prefettura, ma certo non sono quello che telefona ogni giorno per chiederne conto".