
I lavori alla rete idrica di Brianzacque
Stop alle perdite nella rete idrica della città, con un intervento che permetterà di evitare la dispersione di 126 metri cubi d’acqua ogni giorno. Prenderanno il via oggi i lavori di ammondernamento e sostituzione di oltre 2 chilometri di tubazioni sulla rete dell’acquedotto biassonese. Ad occuparsene sarà BrianzAcque, con un investimento di più di un milione di euro. L’avvio dei cantieri comporterà alcuni cambiamenti temporanei alla circolazione, che dureranno alcuni mesi. A essere coinvolta dalle opere sarà la zona della frazione di San Giorgio e innanzitutto via Regina Margherita, che resterà chiusa al traffico fino a inizio primavera. Sotto i ferri finiranno pure via Leopardi e via Parco. L’operazione, spiegano dalla società idrica, "consentirà di evitare la dispersione di 126 metri cubi di acqua al giorno, pari a oltre 46mila all’anno".
I cantieri lavorereranno con scavi a cielo aperto. Le strade interessate sono vie di comunicazione importanti per la città: così, per cercare di ridurre al massimo i disagi, l’azienda, il Comune e la polizia locale hanno elaborato un piano di percorsi alternativi e deviazioni del traffico. In particolare, per realizzare gli interventi necessari, via Regina Margherita resterà off-limits per circa 5 mesi: per raggiungere la frazione di San Giorgio si dovrà quindi passare da Peregallo-Villasanta oppure attraversare il Parco di Monza da viale Cavriga. Anche lo scuolabus che serve la frazione dovrà fare un percorso alternativo e gli orari della linea subiranno modifiche.
Molto più rapidi saranno i lavori lungo via Leopardi, per cui si prevede una durata di 30 giorni. Più consistenti le opere in via Parco, nella zona vicina alla stazione ferroviaria: qui si stimano due mesi di cantiere, perciò sarà istituito un senso unico fisso verso la stazione e Arcore, mentre chi deve muoversi in direzione opposta potrà imboccare via Madonna delle Nevi e via Pessina. Come già avvenuto per altri cantieri simili a Biassono, anche per questo è stata prevista la sorveglianza di un archeologo, come disposto dalla Soprintendenza, per il possibile rischio di imbattersi in reperti archeologici da tutelare.