Benda per gli occhi e candela: viaggio nell’oltretomba di Biassono

Benda per gli occhi e candela: viaggio nell’oltretomba di Biassono

Benda per gli occhi e candela: viaggio nell’oltretomba di Biassono

Un cammino storico-filosofico all’interno del camposanto, alla ricerca delle anime perdute e alla scoperta dei culti, dei riti e delle credenze che da sempre accompagnano il fine vita degli uomini. Una discussione e una meditazione sulla morte, i morti e le sepolture, ispirati dalle riflessioni dei fratelli illuministi Verri, che con Biassono ebbero un legame forte e duraturo.

Novello Caronte in questo percorso sarà proprio un biassonese, il giornalista e scrittore di viaggio Alberto Caspani, che ha una solida formazione filosofica alle spalle. Sono questi gli ingredienti che oggi alle 14.30 daranno vita all’iniziativa “Al di là del cimitero“, che si terrà nel camposanto di via Trento e Trieste.

Si tratterà, spiega Caspani, di "un cammino storico-filosofico propedeutico al viaggio nell’oltretomba e ispirato da “Il Caffè“, il periodico settecentesco ideato dai fratelli Pietro e Alessandro Verri, originari di Biassono, sul quale furono pubblicati “Sull’origine e sul luogo delle sepolture“ di Luigi Lambertenghi e “Dialogo dei morti“ di Giuseppe Colpani". "All’epoca – chiarisce – gli illuministi lombardi erano impegnati a sostenere la causa del trasferimento delle salme fuori dai centri abitati, come reso poi obbligatorio dall’sditto di Saint Cloud di Napoleone". Nell’incontro di oggi Caspani accompagnerà a conoscere "culti e credenze che appartengono all’uomo dalla notte dei tempi, con l’aiuto di mappe aborigene, miti platonici e tecnologie del sacro". Tutti strumenti attraverso i quali il cimitero "tornerà a raccontare la sua storia, consentendo di vivere l’esperienza di comunione coi morti". Per questo viene consigliato di portare con sé una benda per gli occhi, auricolari da telefonino e una candela aromatica. "Il viaggio nell’oltretomba di Biassono – dice Caspani – vuol essere un’occasione per riflettere sul senso del limite, in un’epoca in cui l’uomo non solo spettacolarizza la morte per esorcizzarla, ma rigetta ogni trascendenza, per divinizzare il proprio corpo". F.L.