Baby killer, udienza anticipata "Per loro la libertà è un rischio"

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Per evitare che vengano scarcerati per scadenza dei termini di custodia cautelare, la Cassazione anticipa di tre mesi l’udienza del ricorso presentato contro la condanna dai baby killer del pusher di San Rocco. La vicenda è quella dell’omicidio di Cristian Sebastiano, il 42enne che il 29 novembre 2020 è stato ucciso con una trentina di coltellate sotto i portici dei palazzi popolari per una dose di cocaina da un 14enne e un 15enne dello stesso quartiere. Entrambi tossicodipendenti, sono già stati condannati a 14 anni e 4 mesi di reclusione, confermati anche nel processo di appello, dove i giudici hanno disposto una perizia psichiatrica che ha concluso come l’abuso di droga dall’età di 12 anni possa avere inciso negativamente sulla loro crescita, ma poi hanno lasciato identica la sentenza di primo grado del Tribunale per i minorenni di Milano. Da qui la decisione di ricorrere in Cassazione per ottenere quantomeno una riduzione della condanna per infermità parziale di mente.

I giudici romani avevano fissato l’udienza al 31 maggio, senza rendersi conto che il 9 marzo scadono i termini di custodia cautelare e per i due ragazzi il rischio di tornare in libertà è quello di smettere di seguire un percorso positivo di riabilitazione e reinserimento sociale che stanno seguendo nel carcere minorile dove sono detenuti. A dare l’allarme è stata la Procura di Monza, che vuole risentire i due baby killer nel processo in Corte di Assise per il presunto complice dell’omicidio di Cristian Sebastiano: Giovanni Gambino, 43enne monzese vicino di casa e amico della vittima. I baby killer sono già stati convocati in aula dalla pm monzese Sara Mantovani, che però spera di poterli richiamare al processo a sentenza diventata definitiva in veste di testimoni che hanno obbligo di dire la verità.

Stefania Totaro