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Autodromo nella bufera. "Maxi sequestro? Forse non ero così visionario"

Paolo Guaitamacchi, presidente-lampo fra il 2011 e l’estate del 2012, e l'esposto del 2012 di Marco Galvani

Paolo Guaitamacchi (Radaelli)

Monza, 12 luglio 2014 - Le richieste della Procura con il maxi sequestro di contanti, titoli e quote di fondi all’ex direttore dell’Autodromo Enrico Ferrari e a Claudio Viganò, presidente fino all’ottobre del 2010 della Sias (la società che gestisce il circuito), "dimostrano che probabilmente non ero un visionario". Paolo Guaitamacchi, presidente-lampo fra il 2011 e l’estate del 2012, non prova "nessun risentimento né soddisfazione a livello personale".  Constata che "oggi le indagini stanno dando ragione alle mie sensazioni, al sospetto che le cose in Sias non fossero regolari". Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza di Monza "spero che possa consentire di recuperare quattrini e di restituirli alla Sias". Niente di personale. Nessuna vendetta."Per me era importante la questione societaria e di legalità, ho solo cercato di imporre delle regole". Quando venne chiamato a guidare la Sias, come presidente del Consiglio di amministrazione, decise di guardare dentro i conti e la gestione dell’Autodromo. E quando, nel gennaio del 2012 si presentò in Procura, ci arrivò con "il ragionevole dubbio che la Sias fosse ostaggio di interessi gestiti da singole persone e che detti interessi non coincidessero con gli interessi propri dell’azienda, interessi aziendali che riflettono interessi pubblici e di immagine territoriale e nazionale".

Il resto lo hanno fatto i magistrati Walter Mapelli e Caterina Trentini, e gli investigatori della Guardia di Finanza di Monza. Guaitamacchi, aveva individuato tre aree critiche: quella commerciale, quella di amministrazione e controllo, e quella degli acquisti. Aveva pure puntato il dito sull’attività di "emissione e distribuzione dei biglietti omaggio" che avveniva "sotto la regia di Ferrari", raccontando ai finanzieri che "accanto a una corposa quantità di biglietti che vengono effettivamente omaggiati - ma che servono in parte a garantire a Ferrari e Beghella (l’ex direttore tecnico del circuito, ndr) una benevolenza da parte dei destinatari come funzionari pubblici, assessori vari, funzionari di enti di vigilanza e controllo - si presume che una consistente parte di questi biglietti omaggio venga venduta attraverso canali non convenzionali". Sospetti che dopo pochi mesi costarono la poltrona a Guaitamacchi. Anche se ormai il lavoro della Procura stava già portando i primi frutti. Anche per questo "trovo imbarazzante la ricandidatura di Carlo Edoardo Valli alla presidenza di Aci Milano al fianco di chi ha continuato a difendere la passata gestione a dispetto dell’evidenza". Nessun commento, invece, per il momento, da parte di Ferrari e Viganò. Raffaele Della Valle, difensore insieme a Maurizio Boifava dell’ex direttore, vuole prima leggere le carte nel dettaglio. E anche l’ex presidente Sias "di preciso non so ancora nulla".

marco.galvani@ilgiorno.net