STEFANIA TOTARO
Cronaca

Caso Antonini, auto mai consegnate: i truffati aumentano

Un’altra decina di parti offese si sta aggiungendo alle 132 già sentite. Al centro dell’inchiesta l’autosalone di Varedo, nove gli imputati

di Stefania Totaro

Un’altra decina di parti offese si aggiungono alle oltre 130 chiamate a presentarsi il 29 giugno all’udienza preliminare al Tribunale di Monza per le vetture vendute ma mai consegnate ai clienti nell’inchiesta che ha visto al centro l’autosalone Antonini di Varedo. I primi 132 presunti truffati sono già stati chiamati al palazzo di giustizia il 28 maggio e alcuni di loro si sono costituiti parti civili ma gli altri lo potranno fare anche alla prossima udienza visto che il fascicolo penale che li vede parti offese verrà riunito dalla giudice Francesca Bianchetti a un altro fascicolo che contiene un’altra decina di denunce arrivate in un secondo momento.

Sono invece 9 gli imputati per cui il pm della Procura di Monza Vincenzo Fiorillo ha chiesto il rinvio a giudizio. Di associazione per delinquere e truffa devono rispondere i fratelli Giuseppe e Mauro Antonini, ritenuti gli amministratori di fatto della società, arrestati nel 2019 per bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita, oltre all’amministratore di diritto della società e anche 5 venditori che, secondo il pm, erano consapevoli che dietro la vendita delle vetture ci sarebbe stato un raggiro.

L’amministratore di diritto deve inoltre rispondere di bancarotta, mentre nei confronti della moglie di uno degli Antonini esiste un’ipotesi di riciclaggio di denaro di presunta provenienza illecita. Gli ignari clienti si erano rivolti anche a ‘Striscia la notizia’ per portare alla ribalta delle cronache la vicenda relativa all’autosalone di Varedo e per molti mesi hanno continuato a protestare con picchetti, cortei e manifestazioni, l’ultima anche il giorno della prima udienza, perché si facesse luce sulla vicenda.

Le vetture venivano vendute a prezzi di mercato. Ma agli acquirenti veniva proposta una formula vantaggiosa: se questi avessero applicato adesivi pubblicitari sulle vetture, un rimborso allettante sarebbe ritornato nelle loro tasche. Il ragionamento non faceva una piega e ha spinto tante persone ad acquistare un veicolo all’autosalone di Varedo. Una volta che il saldo è arrivato sui conti correnti della concessionaria, però, i tempi per il ritiro hanno iniziato ad allungarsi a dismisura, fino allo scontato epilogo del fallimento. Le indagini delle Fiamme gialle della Compagnia di Seveso sono iniziate alla fine del 2017 a seguito del fallimento della “World car srl”, che era nata sulle ceneri della storica società “Autosalone Antonini”. Sotto accusa, il trasferimento dell’azienda a una nuova società, la “A2 car srl”, con il passaggio di circa 1 milione di euro.