AutAcademy, al Parco di Monza un futuro senza barriere: al via il percorso di formazione

I primi 12 giovani autistici hanno iniziato un innovativo progetto di formazione di 150 ore alla Scuola agraria che darà loro un lavoro

Il progetto pilota coinvolge ragazzi tra i 16 e i 29 anni

Il progetto pilota coinvolge ragazzi tra i 16 e i 29 anni

Monza - Quando ad aprile dell’anno scorso Melissa e Matteo hanno realizzato che l’esame di maturità di Alessandro si stava avvicinando, "ci siamo trovati nel tremendo dilemma di cosa avrebbe fatto nostro figlio da giugno in poi. E allora abbiamo chiesto la soluzione più semplice: facciamolo bocciare". Perché la pandemia gli aveva tolto la possibilità di realizzare le competenze relazionali per lui fondamentali alla sua maturazione e per l’assenza di progetti ponte. "Non riuscendoci, presi dalla disperazione abbiamo scritto al sottosegretario all’Istruzione con delega all’inclusione, Rossano Sasso". Dopo qualche giorno, "una mattina mi hanno chiamato dal Ministero. Pensavo fosse uno scherzo di qualche amico che sapeva della nostra lettera, invece era tutto vero. E ora siamo qui a raccontare una storia a lieto fine". Matteo Perego e la moglie Melissa La Scala sono riusciti a fare breccia nell’interesse del Ministero, della Regione, della Provincia e del Comune, gettando i pilastri su cui è stato costruito il progetto AutAcademy: dodici ragazzi autistici tra i 16 e i 29 anni che hanno assolto l’obbligo scolastico hanno iniziato un innovativo percorso di formazione di 150 ore nella Scuola agraria insieme con l’agenzia per il lavoro IG SAMSIC e Auticon, azienda che assume solo persone autistiche. Perché "non dobbiamo mai dimenticarci che questi ragazzi hanno tanto talento. Però ci vuole qualcuno che li aiuti a scoprirlo". 

Tanto che nel team didattico-educativo fanno parte Bert Pichal, esperto di autismo, Maria Cristina Cesana, esperta della Scuola agraria nella cura di giardini e progettazione del verde, quattro esperti di informatica della Cooperativa Bes e i rappresentanti delle associazioni Facciavista e Cascina San Vincenzo per valorizzare la parte artistico-artigianale.

"Il nostro obiettivo è che non ci siano altri genitori che debbano vivere in futuro la nostra esperienza – racconta Melissa –. Il nostro sistema inclusivo è spesso solo un sistema partecipativo, mentre bisogna fare qualcosa di meglio per accompagnare questi ragazzi alla vita adulta". Matteo e Melissa sono la voce di tante famiglie e "l’esempio di come non ci si debba accontentare né arrendere", le parole del sottosegretario all’Istruzione Romano Sasso. Consapevole che "dopo il diploma i ragazzi autistici spariscono per lo Stato. E invece adesso sono qui a copiare questo progetto per poterlo esportare, con l’impegno di colmare il vuoto normativo e culturale che ancora c’è".

In Regione l’assessora alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità, Alessandra Locatelli, ha proposto alla Provincia di Monza di sperimentare, nei propri Piani per l’occupazione di persone con disabilità, dei bandi pilota invitando a presentare progetti di professionalizzazione di persone autistiche sul territorio. Senza assistenzialismo. Il risultato è il bando vinto dalla Scuola agraria, capofila del Progetto AutAcademy messo a terra dalla psicologa Simona Ravera, con un sostegno di 120mila euro. Un impegno che "non si fermerà qui – promette l’assessora Locatelli –. Stiamo già lavorando per implementare queste esperienze in tutto il territorio lombardo, incentivando azioni in grado dì mettete al centro la persona con disabilità, i suoi bisogni, le sue preferenze e garantendo la condivisione delle scelte anche con le famiglie". 

"Un risultato che dimostra ancora una volta la capacità del Sistema Brianza di rispondere ai bisogni dei più fragili – l’orgoglio del presidente della Provincia Luca Santambrogio – consapevoli che il lavoro è un diritto per ogni cittadino e che lavorare insieme per l’inclusione è un tassello fondamentale per dare crescita e futuro al nostro sistema economico". 

"Questa storia straordinaria è uno dei frutti della semina fatta qualche anno fa, quando abbiamo voluto promuovere il gruppo di lavoro per rendere Monza una città autism-friendly – la linea del sindaco Dario Allevi –. In poco tempo siamo riusciti a raggiungere tante splendide realtà, associazioni, scuole, semplici cittadini e persino un supermercato, che si prendono cura di queste persone". Secondo gli ultimi dati di Ats Brianza, tra le province di Monza e Lecco, le persone con autismo sono 1.896, soprattutto ragazzi al di sotto dei 19 anni. Giovani che diventeranno adulti. "Persone a cui occorre garantire dignità e autonomia, anche lavorative. Un aiuto concreto verso questi ragazzi speciali e le loro famiglie che va nel solco di una città, di un territorio, sempre più inclusivo".