Limbiate (Monza e Brianza) – Sei mesi in più per la pandemia, sei mesi in più per la nuova norma che pareggia le scadenze: alla fine l’attuale mandato del sindaco Antonio Romeo durerà 6 anni anziché 5, che aggiunti ai precedenti 15, porteranno il totale del suo “regno“ alla guida di Limbiate a 21 anni. Se poi si aggiungono gli 8 anni da assessore e i 5 da consigliere comunale, considerando che alla scadenza del mandato, fissata a maggio 2027, avrà 66 anni, più della metà della sua vita saranno trascorsi con un ruolo di responsabilità nell’amministrazione comunale, più di un terzo con il massimo possibile. Statistiche a parte, il legame di Antonio Romeo con Limbiate è qualcosa di particolare. Forse unico. Lui lo chiama "amore: quello che non ti fa pesare tutto quello che fai e quello a cui devi rinunciare per farlo". Per esempio? "Il rammarico più grande è quello di non avere visto crescere i miei figli, troppo impegnato tra lavoro e impegno politico. Perché sia chiaro – puntualizza –, io ho sempre distinto il lavoro dalla politica e non ho mai voluto far diventare la politica un mestiere. Io quello ce l’ho, da più di 40 anni (commercialista, ndr) e, seguendo sempre l’insegnamento del mio primo sindaco, Mario Terragni, me lo tengo stretto, con sacrificio. Così all’improvviso mi sono ritrovato nonno senza quasi accorgermene".
Ma le soddisfazioni non sono mancate e non mancano: "Le più belle sono quelle che vengono dalla gente comune, i rapporti personali, gli incontri con i centri anziani, con le associazioni. Io il ricevimento del pubblico ormai quasi non lo faccio più in ufficio, ma direttamente in strada. Ci sono tante persone perbene da ascoltare e da cui imparare". Antonio Romeo, nato a Melito di Porto Salvo, sulla punta più estrema della Calabria, a Limbiate arrivò a 4 anni, in tempo per fare l’asilo dalle suore in via Corinna Bruni, poi elementari e medie in città. Guai a toccargliela la “sua“ Limbiate: quando capita di cercarlo per un fatto spiacevole di cronaca (di quelli che capitano ovunque, sia chiaro) non nasconde il suo malcontento: "Mi spiace che a volte i cattivi comportamenti di qualcuno mettano in cattiva luce una comunità fatta di tante persone perbene e generose. Io sono orgoglioso di Limbiate e dei limbiatesi, forse non tutti sanno che qui tanti anni fa fu raccolto solo tra i residenti un miliardo di lire per mandare un ragazzo a operarsi in America, una cifra enorme per l’epoca e che a Majano, piccolo comune del Friuli, c’è la via Per Limbiate che ricordare l’aiuto enorme che arrivò da qui in occasione del terremoto del 1976. Per non parlare dell’esempio straordinario del nostro ambasciatore Luca Attanasio, questa è la Limbiate che mi fa battere il cuore". E con i tempi supplementari concessi dal Parlamento? "Spero di vedere conclusi altri due grandi sogni da aggiungere a quelli già realizzati, la Villa Attanasio e il nuovo asilo nido, che sarà il terzo della città".