Al Deja Vu la musica è in odor di ’ndrangheta

Chiusura del discopub dopo un’informazione interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura nei confronti della società che lo gestisce

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di Alessandro Crisafulli

Prosegue senza sosta, anche nel periodo festivo, l’attività di contrasto della Prefettura e delle Forze di polizia all’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico della Provincia di Monza e della Brianza. Nel pomeriggio del 22 dicembre (operazione resa nota solo ieri), i carabinieri della Compagnia di Seregno, insieme al personale della Polizia locale di Giussano, hanno proceduto alla chiusura di un noto discopub, il Deja Vu di viale Lario, a seguito dell’adozione di un’informazione interdittiva antimafia emessa dalla Prefetta Patrizia Palmisani nei confronti della società che ne cura la gestione.

Secondo gli accertamenti, il 50% delle quote del locale appartengono a Nazzareno Stagno, figlio di Antonio Stagno, membro della Locale della ‘ndrangheta di Seregno-Giussano e collegata al clan Giampà di Lamezia Terme, oltre che cognato di Rocco Cristello, boss ucciso nel 2008 a Verano. Nel corso degli approfondimenti istruttori, esperiti con il contributo fondamentale dei Comando provinciale carabinieri di Monza Brianza, è emerso un quadro circostanziato sui collegamenti con la criminalità organizzata della società e del locale in questione, nel 2017 interessato anche da un attentato incendiario.

Il Deja Vu, locale molto frequentato dai giovani della zona, era noto anche come ritrovo per incontri e riunioni tra personaggi legati alla malavita organizzata. Come in tanti altri casi, l’attività fu inizialmente presa di mira e poi inglobata dall’organizzazione. "...noi che appartenevamo al Locale di Giussano eravamo liberi di consumare e non pagare, era tipo una tangente... se volevamo fare una serata andavamo lì, bevevamo champagne e non pagavamo...", recita infatti una vecchia intercettazione. Nella stessa data sono stati notificati, inoltre, due ulteriori provvedimenti interdittivi nei confronti di una società di Seregno, attiva in molteplici attività di varia natura, e di una società di Desio, attiva come "sfasciacarrozze". Entrambe sono collegate a un pregiudicato desiano nei cui confronti è stata emessa una condanna per associazione a delinquere di tipo mafioso, divenuta irrevocabile il 9 luglio.

Solo poche settimane fa, da parte dei carabinieri di Seregno, con le polizie locali di Seregno e Giussano, altri due provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti di altrettante società con sede legale a Milano e operanti nei due comuni brianzoli. In particolare, il Prefetto di Milano Renato Saccone, alla luce degli esiti delle risultanze istruttorie, investigative e processuali, inerenti la Lithium Car Rental srl e la Ncdp Srls (società attive nel noleggio di veicoli a lungo e breve termine), ha ritenuto sussistente il pericolo di infiltrazione mafiosa nelle due imprese.

Nello specifico, anche in questo caso, della ‘ndrangheta. Emerge sempre più in maniera chiara, quindi, qualora ce ne fosse bisogno, la tentacolare presenza della "mafia calabrese" all’interno del tessuto economico e imprenditoriale della provincia di Monza e Brianza con attività nei più svariati ambiti.