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A Monza cent’anni di Atala: "Il 60% del fatturato è all’estero. Piacciono design e innovazione"

L’ad Panzeri: per gli spostamenti brevi si useranno sempre più le due ruote

A Monza cent’anni di Atala: "Il 60% del fatturato è all’estero. Piacciono design e innovazione"

Massimo Panzeri amministratore delegato di Atala, storica impresa di Monza che da oltre e 100 anni produce biciclette

Un mercato che si va riassestando, dopo una crisi da sovrapproduzione avvenuta in uno scenario comunque di crescita. Un futuro positivo, in cui il maggiore utilizzo della bicicletta è ormai una caratteristica strutturale della mobilità urbana, anche in Italia. È l’immagine della bike economy dall’osservatorio privilegiato della maggiore azienda brianzola del settore, un nome che per intere generazioni ha voluto dire due ruote: Atala. "Ci sono luci e ombre – racconta Massimo Panzeri, amministratore delegato di Atala –. Come numero di pezzi venduti al pubblico il mercato è in crescita, ma da fine 2022 in tutto il mondo c’è stata una crisi da sovrapproduzione molto forte: tutte le aziende hanno prodotto molto di più e questo, nonostante un mercato in espansione, ha portato alla diminuzione dei margini, con imprese in Europa che sono in difficoltà. Questa è la storia dell’ultimo anno e mezzo. Ora l’overstock sta scendendo e sta tornando a livelli fisiologici. Noi oggi siamo correttamente bilanciati come magazzino. Direi che la situazione sta rientrando: c’era una disponibilità superiore alla richiesta di mercato, però finalmente siamo nella fase di uscita da questo problema".

In tutto questo avere importanti sbocchi esteri è una carta in più e iniziative come Bike Economy di Camera di Commercio sono incisive. "Il 60% del fatturato noi lo facciamo all’estero, la maggior parte in Europa: avere il supporto di un ente come Camera di Commercio che seleziona e porta qui possibili clienti è molto interessante – sottolinea Panzeri –. Agli incontri a cui abbiamo partecipato c’erano operatori di ogni tipo, grandi e piccoli, piccoli distributori ma anche responsabili di grosse catene specializzate: l’evento copriva tutto lo spettro dei possibili operatori professionali presenti sul mercato. Noi abbiamo incontrato buyer dei Paesi nordici, che sono venuti a visitare l’azienda. Abbiamo chiesto a Camera di Commercio di replicare la cosa anche con altri Paesi europei, puntando su mercati dove magari si vende già ma c’è la possibilità di pesare di più".

"L’Italia ha una struttura industriale di aziende piccole, medie e grandi che sono adatte a fare molto export, a volte il problema è soprattutto intercettare la richiesta presente sul mercato – continua Panzeri –. Avere iniziative come questa che fanno trovare buyer può servire molto al territorio: capacità di innovazione, produzione italiana, tanta attenzione ai dettagli, il design, queste caratteristiche piacciono all’estero, si tratta proprio di far connettere offerta e domanda. Oggi stiamo tornando alla normalità ante Covid, in un mercato che cresce in maniera sistematica e con evoluzione del prodotto: io sono abbastanza positivo, in generale stiamo andando verso una buona fase".

Anche perché l’utilizzo della bicicletta è sempre più diffuso. "Ci sono due elementi – ragiona Panzeri –. La bici con pedalata assistita ha aperto una grossa fetta di mercato che prima non esisteva: ha allargato la parte sportiva anche a persone che non avevano grandi possibilità di allenarsi e ha aumentato pure l’impiego come mezzo di trasporto urbano. Ma al di là dell’essersi allargata la platea di persone interessate alla bici grazie all’elettrico, avere un po’ più di ciclabili, un traffico crescente e meno persone con l’auto ha portato a un utilizzo maggiore della bici: non è una questione di moda momentanea, è qualcosa di strutturale".

"La bicicletta è perfetta per gli spostamenti entro i 15 chilometri, perciò per la mobilità casa-scuola e casa-lavoro il suo uso si sta sviluppando sempre più, e sempre più persone la useranno. Noi come Paese anche climaticamente siamo adatti all’utilizzo della bici: pian piano si stanno ampliando i percorsi ciclabili e si stanno integrando i vari mezzi di trasporto. La bici non è alternativa all’auto, è complementare: per gli spostamenti brevi si adopererà sempre di più. Il sistema integrato auto-bici-mezzi pubblici può funzionare molto bene, se coesistono in modo efficace risolvono i problemi di traffico e fanno bene alla salute. La bicicletta ha più di 150 anni ma è un mezzo molto moderno: è un prodotto che oggi ha una nuova vita grazie anche all’attenzione ecologica e perché le e-bike sono qualcosa di innovativo".

La conclusione: "Più il sistema integrato di trasporto urbano si allarga, più bici ci saranno in giro, aiutando le città ad avere meno traffico e le persone ad avere una salute migliore. È qualcosa di strutturale: non è solo che più persone usano la bicicletta, è che le persone che hanno la bici che la utilizzano di più".

F.L.