
Aumenta il numero dei malati Covid in corsia, ma anche le nascite, baby-boom a Carate: dal 1 ottobre ci sono stati più di tre parti al giorno, 105 in un mese. Record per l’ospedale che nell’anno più difficile dal dopoguerra ha già superato la soglia dei mille bebè. Un percorso di massima sicurezza garantisce mamme e neonati, mentre al quarto piano ci sono 35 pazienti che lottano contro la polmonite. Si aggiungono ai 146, a Vimercate, dei quali 62 gravi.
Dalle culle arriva un messaggio di speranza, "abbiamo fatto in modo che le donne potessero vivere questo momento senza ulteriori ansie", dice Anna Locatelli, primario di Ostetricia. In sala parto possono entrare anche i futuri papà, se il tampone della moglie è negativo. In caso contrario le coppie vengono trasferite al San Gerardo di Monza, o al Manzoni di Lecco, gli hub abilitati dalla Regione per gli infetti. "Ma i numeri sinora sono bassissimi". Ci sono poi donne con sintomi lievi – febbricola e raffreddore – senza diagnosi, ricoverate in stanze isolate, lontano dal resto del reparto. "Tutte vengono sottoposte al prelievo rino-faringeo – spiega la specialista – ma non al pronto soccorso, dove si fermano solo per il triage, abbiamo creato una zona-filtro, dove non c’è contatto con chi è in attesa di esito".
Il nuovo protocollo prevede la presenza di mariti e compagni, "essenziale non solo dal punto di vista dell’assistenza, ma soprattutto da quello emotivo. La nascita di un figlio è un momento cruciale per la famiglia, meglio non dividerla". Per eliminare ogni rischio senza lasciare sole le future mamme continuano anche i corsi pre-parto on-line, ma c’è una novità: presto, saranno interattivi, le ostetriche risponderanno alle domande come fanno gli anestesisti per il parto indolore.
È già attivo invece il filo diretto con il ginecologo disponibile da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 17, al numero 0362984676. Controlli e visite delle contagiate avvengono in spazi riservati, dopo la segnalazione del problema. Ci sono altri due servizi a distanza nati per aggirare il virus: il colloquio per la diagnosi prenatale e la richiesta di certificati di maternità. "La pandemia ci ha messo a dura prova – conclude il primario – ma serve anche a potenziare i nostri punti di forza: unità del team e soprattuto fiducia nelle risorse delle donne".
Barbara Calderola