
Tommaso Paradis
Milano – Il ritorno dello Space Cowboy. Nello show che martedì prossimo restituisce Tommaso Paradiso al popolo del Forum, quell’immagine da avventuriero stellare sfilata con destrezza al Jamiroquai anni Novanta dal titolo del suo primo album trova la pacificazione di un animo inquieto sceso a patti con sé stesso. E se ieri per il cantautore romano perfino la felicità era “puttana”, ora è tempo di sensazioni stupende.
Paradiso, dopo quattro anni eccola di nuovo al Forum.
"Effettivamente l’ultima volta è stata ai tempi del Love Tour con Thegiornalisti. Anche se mi ricordo soprattutto la prima, nel 2017. Una notte… da panico".
Perché?
"Ma te l’immagini una band indie che suona al Forum di Assago e al Palazzo dello Sport di Roma? Una follia. Poi anche altre formazioni del circuito indipendente hanno preso quella strada lì, quindi possiamo dire che siamo stati un po’ noi ad aprire le danze".
Una buona opportunità per capire quanto la gente ha assimilato del nuovo album “Sensazione stupenda ”.
"Sì, questo tour è un ottimo test. I singoli, ovviamente, li cantano già tutti, ma pure quelli nuovi stanno andando bene perché sono pezzi scritti proprio per essere suonati dal vivo e hanno molta presa sul pubblico. ‘Sensazione stupenda’ nel vero senso del termine".
Questo tour completa il percorso di riemersione dai momenti bui seguiti allo scioglimento di Thegiornalisti?
"Già l’anno scorso ho ripreso a suonare e a trovare un po’ di convinzione in quel che faccio. Aiutato in questo da un repertorio popolare e amato dai più. Posso dire che la riemersione ora è completa, ma, come tutti, spero di fare sempre meglio".
“Non ti voglio vendere niente. Scrivo per non morire” dice il testo della stessa “Sensazione stupenda”.
"Si sa che la vita è fatta di alti e di bassi, ma per me l’unica cosa che conta per davvero è rimanere onesti con sé stessi. A prescindere dal maggiore o minor successo di quel che si sta facendo".
A lla chitarra ha recuperato Marco Rissa, quindi sul palco ci sono 2/3 di Thegiornalisti.
"Visto che nella band c’è molto affiatamento, perché suoniamo assieme già da due anni, all’inizio ho temuto che Marco potesse incontrare qualche problema d’inserimento. E invece s’è trovato immediatamente a suo agio".
Una curiosità, nella scrittura delle canzoni, quanto le è servita la laurea in filosofia?
"M’è servita nella vita, perché quel tipo di preparazione ti aiuta a strutturare il pensiero, dando una solidità narrativa a ciò che scrivi. Soprattutto il primo repertorio, composto quando frequentavo ancora l’università, era pregno di riferimenti filosofici. Oggi quel retroterra culturale mi aiuta soprattutto ad affrontare la quotidianità del mondo, provando a dare una spiegazione razionale anche a ciò che è manifestamente irrazionale".
Le piacerebbe tanto scrivere una canzone con…?
"Gaetano Curreri. Perché ho sempre avuto il mito degli Stadio e della Bologna dei Dalla, dei Malavasi o di quel Carboni con cui ho già avuto la fortuna di lavorare".
Dopo l’esperienza alla regia di “Sulle nuvole”, il cinema la tenta ancora?
“Al momento i film preferisco guardarmeli. E invece ora sono assorbito dalla musica al 100%. A cominciare dal tour dell’estate prossima".