Il Diavolo torna a Milanello: Bennacer rientrato dalla Nazionale per lievi problemi fisici

Intanto Tomori e Pobega in mattinata hanno incontrato centinaia di giovani in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale

Fikayo Tomori e Tommaso Pobega all'evento  "Tutti i colorii dello sport"

Fikayo Tomori e Tommaso Pobega all'evento "Tutti i colorii dello sport"

Milano, 21 marzo 2024 – Il Diavolo è tornato questo pomeriggio ad allenarsi a Milanello dopo tre giorni di pausa per preparare la trasferta a Firenze del prossimo 30 marzo: assenti alla seduta, ovviamente, i giocatori convocati dalle rispettive Nazionali.

Bennacer

Da valutare le condizioni dell’algerino: Ismael Bennacer, infatti, ieri ha lasciato il ritiro della nazionale per fare ritorno a Milanello. L'indiscrezione è stata comunicata direttamente dal sito ufficiale della selezione nordafricana che ha scritto: "Il centrocampista Ismail Bennacer è stato autorizzato a lasciare la sede dell'incontro dei Verdi dall'allenatore della nazionale Vladimir Petkovic a causa di lievi dolori.

Ismael Bennacer nel match contro l'Hellas Verona
Ismael Bennacer nel match contro l'Hellas Verona

Dopo gli accertamenti dello staff medico e per non correre il minimo rischio, è stato deciso, d'intesa con l'allenatore della Nazionale, di rilasciarlo e consentirgli di unirsi al suo club, il Milan, per continuare le cure”. Si tratta quindi di una rinuncia del giocatore in via precauzionale.

A scuola

Questa mattina, all'auditorium "Enzo Tortora" di Milano, davanti a 370 studenti delle scuole secondarie, i due calciatori rossoneri Fikayo Tomori e Tommaso Pobega hanno preso parte all’evento a margine della serie di iniziative chiamata "Tutti i colori dello Sport" promosso dal Milan e organizzato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale celebrata oggi, 21 marzo.

Pobega

A mediare l'incontro il telecronista Pierluigi Pardo che ha incentrato il dialogo su tematiche valoriali per la diffusione di una cultura di tolleranza e inclusività: "Vedere il nostro club e la nostra Fondazione da sempre attenti a temi rilevanti come quello della discriminazione ci rende sempre più orgogliosi di vestire questi colori. Sappiamo che, come calciatori, abbiamo la possibilità di essere ascoltati dai più giovani, quindi siamo felici di avere occasioni di confronto e di ascolto come quella di oggi. Ricordo quando vivevo in convitto e il Milan ha sempre organizzato incontri con i calciatori e ogni volta che se ne organizzava una lo usavo per prendere qualche arricchimento per me”.

" Abbiamo la fortuna e l’onore di vestire una maglia gloriosa che ha fatto la storia del calcio. L’hanno indossata prima gli uomini, poi i calciatori. Indossandola, dobbiamo dare l’esempio: abbiamo la fortuna di avere questa visibilità quindi dobbiamo mandare messaggi positivi ai più piccoli per aiutarli nella loro crescita. La scuola può essere d’aiuto per eliminare queste barriere», le parole di Pobega.

Insulti a Maignan

Sugli insulti di Udine a Mike Maignan: “Mi sono sentito orgoglioso di far parte di un gruppo che sostiene il compagno sotto ogni punto di vista. I social sono un megafono e quando possono essere utilizzati per trasmettere cose positive è giusto aiutarsi nel diffonderle il più possibile. Pensando al prossimo periodo siamo pronti, ci alleniamo tutto l’anno per questo e faremo di tutto per raggiungere i nostri obiettivi”, chiosa l’ex Torino.

Tomori

Sulla stessa linea anche Tomori: “All’interno di uno spogliatoio di calcio, la multiculturalità si respira ogni giorno. È un luogo di condivisione e di rispetto, dove le differenze tra i singoli diventano caratteristiche uniche da mettere al servizio del gruppo, una ricchezza e un valore aggiunto. Parlare di queste tematiche con studenti e studentesse è molto importante per contribuire a un cambiamento: il razzismo è un problema di educazione. È bello incontrare i ragazzi. Noi vogliamo essere aperti, parlare con voi, perché è una cosa molto bella".

Tutti sappiamo che c’è un problema di razzismo. Io personalmente dico che sono contento che si tenti di eliminare questo problema. In Inghilterra ci sono tante iniziative. Mi fa piacere parlarne perché il razzismo c’è nel calcio e fuori dal calcio. Oggi possiamo parlarne, dando un po’ di consigli su come eliminarlo. I social fanno la differenza. Tutti hanno un telefono e possono scrivere ciò che vogliono. Noi siamo sotto ai riflettori e, dopo una partita, spesso la gente dimentica che siamo umani anche noi. Quando sentiamo una cosa, ci fa male. I social sono buoni eh, ma possono essere anche una cosa che va contro l’essere umano. Non sono mai stato bloccato dal razzismo: certamente ho visto qualcosa sui miei social, ma per me non è mai stato un blocco. Però io so bene che esiste e che c’è un problema. Mi fa incazzare”.

Sul caso Maignan: "Io ero infortunato per Udinese-Milan. Ero alla tv e non ho capito subito cosa è successo, ma mi ha fatto piacere che tutta la squadra era assieme a Mike, anche la società, i social… Quelle cose lì sono un momento, che però fa tutta la differenza del mondo. Dopo quello che è successo, a me fa ancora più piacere far parte di questo club».

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