
Luciano Spalletti
Milano, 31 marzo 2018 - Non c'è futuro, per l’Inter, che non passi attraverso la gara di oggi alle 15 al Meazza contro il Verona. Non c’è pensiero per il Milan, né per il mercato, perché ai giocatori non è permesso pensarci, pena un possibile risultato diverso dalla vittoria che potrebbe costare punti pesantissimi nella corsa Champions. Eppure nell’attualità di Luciano Spalletti, nelle sue parole in conferenza stampa, c’è spazio non solo per quel che accadrà più avanti dell’immediato presente, ma anche per ciò che è avvenuto nel più recente passato. L’addio di Walter Sabatini, dirigente e storico compagno di avventura del tecnico toscano (per anni insieme alla Roma) qualche segno lo ha lasciato nell’ambiente. «Hanno fatto rumore per il valore della persona e del direttore - dice Spalletti - Mi è dispiaciuto moltissimo. Detto questo le sue dimissioni non lasciano nessuna eredità nel bene o nel male, perché chi è dell’Inter deve continuare a mettere l’Inter davanti a tutto».
Farlo vuol dire pensare all’Hellas Verona, senza farsi prendere dalla voglia di affrontare il derby di mercoledì prossimo. «Ci vuole una vittoria per prepararsi bene, è il miglior allenamento mentale. Non che questa gara sia un allenamento. Io sono abituato a fare una cosa per volta», dice ancora Spalletti. Ma poi c’è il futuro e non si riesce a non parlarne. C’è la stracittadina, certo, da cui passa una parte delle speranze di centrare l’obiettivo e riuscire così a sedersi al tavolo con la proprietà e i dirigenti da un punto di forza importante: il ritorno nell’Europa che conta. «Io non sono in scadenza e sono l’allenatore dell’Inter - aggiunge il tecnico - I contratti servono a far venir fuori un po’ di clamore, ma vengono disfatti in un attimo. Non contano niente». Prima ancora del rinnovo del suo, di contratto, Spalletti chiederà di ripartire da quelli di Cancelo e Rafinha, anche se in conferenza si lancia in lodi smorzate da un più vago «valuteremo strada facendo». Se quella valutazione dovesse farla oggi, li terrebbe stretti entrambi. «A me Rafinha ha sempre detto che gli piacciono l’Inter e Milano. Io sono un po’ come lui: qui lavoro volentieri - conclude il tecnico - So che se non raggiungeremo questo obiettivo della zona Champions ce lo porteremo dietro per sempre. Dobbiamo farlo anche per i 60mila che vengono allo stadio per sostenerci».
INTER (4-2-3-1): Handanovic; Cancelo, Skriniar, Miranda, D’Ambrosio; Gagliardini, Brozovic; Candreva, Rafinha, Perisic; Icardi. All: Spalletti
VERONA (4-4-2):Nicolas; Ferrari, Caracciolo, Vukovic, Fares; Romulo, Calvano, Buchel, Verde; Matos, Petkovic. All: Pecchia