"Giusto dare San Siro al derby femminile"

Il ct delle azzurre, Bertolini: "Avere la piazza di Milano così attiva è fondamentale non solo per la Nazionale ma per l’intero movimento"

Lo Stadio Giuseppe Meazza a Milano (Ansa)

Lo Stadio Giuseppe Meazza a Milano (Ansa)

Milano, 23 gennaio 2020 - A premiare Milena Bertolini, gli organizzatori del Premio Brera hanno chiamato Barbara Facchetti. Due grandi sorrisi si uniscono sul palco del Teatro dal Verme nello stringere un riconoscimento, tra i molti arrivati in questi mesi, che una volta di più sancisce l’arrivo sulla ribalta del calcio femminile. La c.t. e la capo delegazione dell’ultima spedizione mondiale azzurra sono due tra i tanti volti che gli appassionati hanno imparato a conoscere del gruppo italiano in Francia, il torneo che dopo vent’anni ha visto l’Italia femminile insieme alle più forti del mondo. Nelle motivazioni addotte dalla giuria del premio, alla diciannovesima edizione, si legge infatti che "dopo 20 anni ha riportato la Nazionale italiana di calcio femminile ad un Mondiale, quello che si è giocato in Francia. E le Azzurre non hanno fatto da materasso alle altre big del torneo, fermate nei quarti solo dalla fortissima Nazionale olandese. Milena Bertolini e le Azzurre hanno fatto innamorare gli italiani del calcio femminile. Una storia d’amore appassionata che è appena cominciata".  

Milena Bertolini, nel ricevere i giusti applausi dalla platea, estende i meriti a tutti gli artefici di un movimento che punta ancora più in alto. Un riconoscimento che mancava. "Un premio prestigioso, è la prima volta che viene dato al calcio femminile. Tutte le ragazze e il movimento lo hanno meritato per aver chiuso uno splendido 2019. Credo sia stato un po’ l’anno della svolta, ha smosso gli appassionati riguardo al calcio giocato dalle ragazze. Un movimento importante, bello, che può far bene all’Italia". Soddisfatta di quello che la Nazionale ha fatto nelle qualificazioni dopo il Mondiale? "Abbiamo vinto tre partite, ma il difficile viene adesso. Giocheremo ad aprile contro Israele, un avversario con grande fisicità, quindi contro la Bosnia che non è facile da affrontare. E poi la Danimarca. Sappiamo che passa solo la prima con le migliori seconde, il percorso è difficile però faremo di tutto per andare agli Europei. È quel che vogliamo".  

Vedere una città come Milano che, con Milan e Inter, investe così tanto che significato ha per voi? "Fondamentale. Sono le uniche due società che rendono già professioniste le giocatrici, avendone regolarizzato la posizione. Il Milan sta facendo bene, l’Inter magari sta facendo un po’ più di fatica e ci si aspettava qualcosa in più ma c’è ancora il girone di ritorno. È chiaro che avere la piazza di Milano così attiva è fondamentale non solo per la Nazionale ma per l’intero movimento". È rimasta un po’ delusa per il diniego di utilizzare il Meazza per il derby femminile? "Mi auguro che prima o poi accada e penso arriverà anche quel momento. Probabilmente quest’anno era ancora troppo presto, nei prossimi due o tre anni si farà anche questo passo". Al di là degli Europei, l’obiettivo sul lungo termine "deve essere vincere giocando un bel calcio e facendo appassionare sempre più italiani e italiane".

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