Finale della nuova Champions League a Milano, Marchetti: “Ci sono buone possibilità: San Siro icona del calcio”

Il vice segretario della Uefa apre a un ritorno della finalissima al Meazza per il 2026 o il 2027. L’ultima volta nel 2016. A fine maggio la decisione. Poi l’allarme stadi in vista di Euro2032: “Problema serissimo”

Finale di Champions League del 2016 a Milano

Finale di Champions League del 2016 a Milano

L’Italia sempre più regina delle coppe. Dopo aver portato tre squadre in altrettante finali europee (Inter in Champions League, Roma in Europa e Fiorentina in Conference) finendo purtroppo con zero trofei, anche quest’anno il nostro calcio si sta facendo largo in campo internazionale.

Se è vero che Inter e Napoli hanno salutato la massima coppa dalle grandi orecchie agli ottavi, Atalanta e Roma e Fiorentina sono ancora in corsa per Europa e Conference League. Dopo anni bui, una conferma del livello riconquistato dal mondo del pallone azzurro.

E questo si può leggere anche nelle parole di Giorgio Marchetti che ha aperto a un ritorno della finale di Champions a Milano nel 2026 o nel 2027: "Ci sono buone possibilità", ha detto il vice segretario della Uefa.  "Del resto", ha osservato, "San Siro pur non essendo il più moderno degli stadi è una icona del calcio internazionale, riconosciuto da tutti gli sportivi, soprattutto dai tifosi di calcio".  "La decisione definitiva dovrebbe arrivare a fine maggio, l'Italia è impegnata nel processo di candidatura. Vedremo come si concluderà'", ha concluso Marchetti.

L’allarme stadi e il monito per Euro32

Il vicesegretario dell'Uefa ha lanciato anche un allarme stadi in vista dei campionati Europei del 2032 che saranno ospitati proprio dall’Italia e dalla Turchia. "Mi aspetto che nel 2026 l'Italia sottoponga cinque stadi con tutte le caratteristiche per ospitare un campionato europeo", ha avvertito, "non posso pensare che l'Italia dopo aver avuto l'assegnazione dell'evento non riesca a ospitarlo per una mancanza di stadi. Il problema delle infrastrutture è serissimo nel nostro Paese e gli stadi sono un punto dolente. L'Italia è un leader del calcio europeo e mondiale ma deve rendersi conto che lo stadio è un elemento cardine per il successo e la salute dei club e della nazionale. Non può permettersi di concedere altro tempo a questa fase di arretratezza".