
Blanka Vlasic
Milano, 1 aprile 2016 - Avrebbe potuto fare la modella ma invece ha scelto di diventare atleta. Blanka Vlasic, campionessa mondiale nel salto in alto a Osaka 2007 e Berlino 2009, per la prima volta nella sua vita è sbarcata a Milano: "Me ne vergogno un po', eppure amo l'Italia. Il Sud è molto simile alla mia Croazia e anche il nostro modo di pensare alla vita ci lega un po'. Sono stata a San Giovanni Rotondo per Padre Pio. A Roma invece vado tutti gli anni in occasione del Golden Gala, una città meravigliosa. Davanti al pubblico romano ho imparato a lasciarmi andare: è un modo per esprimere le mie emozioni, le mie sensazioni. Non sono un robot costruito in maniera meccanica anche se molti atleti crescono come si allevano i cavalli".
L'occasione per il primo viaggio a Milano? Vlasic è madrina della Milano Marathon di domenica 3 aprile e testimonial della Adidas Runners, la nuova community che connetterà gli appassionati di tutto il mondo. "Il mio obiettivo è arrivare alle Olimpiadi di Rio". I Giochi sono il solo cruccio della sua carriera stellare: a Pechino, dopo 34 vittore consecutive, arrivò l'argento dietro (anzi, a pari altezza - 2,05 - ma con più errori in pedana) la belga Tia Hellebaut, a Londra un'infezione dopo l'operazione al tendine non le permise di partecipare. "A Pechino non ho perso l'oro, nessuno vince mai prima di gareggiare. Ho comunque vinto un argento, resta un grande risultato. Il 2012 invece mi è servito per cambiare: mi chiedevo perchè Dio mi avesse tolto le cose che pensavo fondamentali nella mia vita. Ma ho ritrovato gli affetti. E la fede". Rio non è un'ossessione ma un desiderio: a gennaio Vlasic si è operata all'altro tendine d'achille per togliere il dolore e cercare di arrivare al top della condizione. "Ho sempre convissuto con questi problemi, sono genetici. Non è quindi un problema di metodo di lavoro o di allenamenti, sapevo che queste operazioni sarebbero arrivate. Mi sto già allenando, le Olimpiadi sono una grande sfida".
L'atletica italiana sta vivendo un boom incredibile: negli ultimi Mondiali indoor di Portland Gianmarco Tamberi ha conquistato un oro storico. "Conosco Gianmarco, è un ragazzo interessante, molto dotato. Ha una faccia riconoscibile, un bel look. E' un bene per il movimento della Nazionale Italiana ma può essere un atleta importante anche a livello planetario". Una famiglia ai sportivi: il padre Josko la allena da sempre dopo una buona carriera da decatleta, il fratello Nikola (classe 1997) è uno dei migliori talenti del calcio croato, corteggiato da mezza Europa (la scorsa estate ha rifiutato un contratto quinquennale da 10 milioni per restare con la famiglia). "I miei giorni da stella della famiglia sono ormai finiti. Settimana scorsa sono andata a vedere una partita dell'Hajduk Spalato e un bambino mi ha indicata come la sorella di Nikola. Il calcio mi piace, conosco tanti calciatori anche grazie al lavoro di mio padre che collabora con la federazione, ma non ho ancora avuto il piacere di conoscere Perisic e Brozovic che giocano qui all'Inter. Sono certamente giocatori molto forti, ma il più forte resta mio fratello (e sorride, ndr)".