
di Giuliana Lorenzo
Mattia Schinco, in arte BadMatty, ha iniziato a fare breakdance quando nessuno poteva immaginare che sarebbe diventata disciplina olimpica nel 2024 (a Parigi). Il milanese è stato lungimirante, ha creduto nella sua passione tanto da diventare anche campione Europeo (2019) e Mondiale (2017). Ha mollato la scuola calcio del Milan, ha partecipato ad “Amici” e ora è uno degli atleti più accreditati di questo sport che pochi conoscono.
Come ha iniziato?
"Con un mio compagno di scuola, Andrea. Ballava boogie woogie e i genitori avevano una palestra di danza. Negli intervalli faceva vedere passi anche di altri corsi: ho iniziato a trascorrere così la ricreazione. Giocavo a calcio ma un giorno Andrea mi ha spiegato che si sarebbe tenuta la prova di breakdance nella scuola dei suoi. Ho fatto la prova ed è stato amore: mi sono iscritto. Fare ora breakdance è più “normale”, quando ho iniziato era un salto nel vuoto".
E ora diventerà disciplina olimpica.
"Benissimo! Ma ero preparato: nel 2018 ho partecipato alle Olimpiadi Giovanili che per la prima volta avevano la break. Si parlava già della possibilità di vederla ai Giochi. Adesso c’è la conferma, felice di andarci"
Gli aspetti di questo sport che vorrebbe venissero conosciuti?
"Lo spiego sempre ai miei allievi, visto che insegno. È una danza che ha quattro tipi di passi: Toprock, le parti ballate in piedi; Footwork, i passi dove tocchiamo a terra con mani e piedi; Powermoves, le rotazioni dinamiche ed esplosive; Freeze: i blocchi (sembra che ci congeliamo rimanendo immobili). I ballerini di breakdance sono i BBoy, ognuno di noi ha un suo nome. Un BBoy deve essere completo e fare tutti i passi".
Perché Bad Matty?
"Ho iniziato chiamandomi BBoy Matty: nelle prime sfide ero molto aggressivo. Tornando da un contest mio padre mi ha suggerito BadMatty: suonava bene e nessuno si chiamava così".
Com’è l’ambiente della breakdance?
"È tranquillo e ci sono due distinzioni. Il gruppo degli esperti, quelli che ballano dagli anni 2000, per strada e mai nelle palestre, e noi che abbiamo iniziato dopo. Non tutti gli “Old School” sono favorevoli alla partecipazione ai Giochi perché per loro è una disciplina nata per strada e da danza diventerebbe sport e perderebbe la cultura hip hop che è alla base. La nuova generazione è favorevole: a me non cambia dove ballo, mi diverto comunque".
Quante ore di allenamento fa?
"Tre ore al giorno tutti i giorni. Con mio padre abbiamo organizzato una BBox ovvero uno spazio allestito come una una palestra. A Milano non ci sono centri specializzati, ci alleniamo per strada".