ROSARIO PALAZZOLO
Sport

Atleti positivi agli Europei di atletica: allarme per le Olimpiadi

Fallita la bolla dei controlli agli Europei indoor in Polonia, primo evento internazionale dall'inizio della pandemia

Lo stadio indoor degli Europei di Atletica di Torun, in Polonia

Doveva essere il simbolo del ritorno ai grandi eventi sportivi dopo un anno di rinvii e cancellazioni. Una prova generale, decisamente in miniatura, di ciò che dovremmo aspettarci dalle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020, in programma da fine luglio 2021. Il Campionato Europeo di atletica leggera indoor, che si è disputato dal 4 marzo nella città di Torun, in Polonia, rischia di alimentare dubbi e polemiche. Perché, sebbene si sia tentato di garantire la sicurezza sanitaria di atleti e tecnici con una “bolla di controlli medici” costanti, le segnalazioni di casi positivi si sono ripetute durante tute le gare e anche al ritorno delle nazionali nei loro Paesi. Il caso più emblematico è quello della nazionale inglese, tornata in Gran Bretagna con un bottino di 12 medaglie, ma anche con un caso di Covid. Le 46 persone che costituivano la delegazione sono state costrette a isolarsi a casa per 10 giorni a seguito di un test positivo di un "membro della spedizione sportiva". Lo stesso è accaduto alla squadra irlandese, secondo quanto ha rivelato il sito Inside The Game. Non si tratta degli unici casi. Perché al di là del programma ufficiale, che è stato rispettato garantendo spettacolo e grandi prestazioni, sono stati molti gli atleti che hanno vissuto il campionato come una complicata corsa ad ostacoli. Due delle atlete ucraine che correvano nella staffetta 4x400 metri, la medaglia d'argento dei 400m ostacoli Anna Ryzhykova e Katerina Klymyuk, oltre a una delle riserve della staffetta Alina Lohvynenko, sono risultate positive domenica sera. Per loro è scattato l’obbligo di rimanere in Polonia in quarantena insieme alla connazionale dei 60m ostacoli, Viktoriya Ratnikova, che aveva dormito in camera con una delle tre. Isolamento in patria straniera anche per due componenti del team francese… A quanto riportano i giornali d’Oltralpe, un terzo caso nella delegazione francese si sarebbe verificato al ritorno in patria della squadra e non si esclude che il contagio possa allargarsi nei prossimi giorni. Le positività non hanno risparmiato nemmeno la squadra di casa, con il tema della 4X400 maschile costretto la ritiro per positività, mentre la beniamina di casa della velocità, Ewa Swoboda, non si è nemmeno presentata a causa del Covid.

Tutto ciò è piuttosto allarmante in vista delle Olimpiadi di Tokyo che hanno già subito il rinvio di un anno a causa del Covid, ma che ora rischiano celebrarsi in un clima di incertezza ancora pesante. Nei giorni scorsi gli organizzatori hanno annunciato stadi chiusi per i pubblico straniero. Al momento, invece, agli atleti non è stato fatto obbligo di vaccinarsi, anche se dal Cio arriva una calda raccomandazione. Proprio il Comitato Olimpico Internazionale, nel recente meeting ha annunciato la disponibilità dei cinesi, a mettere a disposizione dei partecipanti dosi di vaccino cinese aggiuntive che verrebbero acquistate dal Comitato Olimpico. Per ogni dose ne saranno pagate altre due per la popolazione del Paese dell’atleta. Tuttavia, a quanto si è appreso più tardi, il vaccino potrà essere offerto solamente agli atleti di quelle nazioni che avranno autorizzato il vaccino cinese. La delegazione dell’Italia avrà circa 300 atleti, oltre a tecnici, medici, fisioterapisti. Un gruppo consistente per il quale il Coni in questa fase non può chiedere priorità. Si attende di capire quasi saranno le disponibilità vaccinali nei prossimi mesi. Tuttavia, per non mettere a rischio gli atleti che vorranno vaccinarsi, si dovrà agire almeno 2 mesi prima della trasferta, ossia a maggio.