"BiPopular" e la rinascita di Highsnob: "La musica è la miglior terapia"

Fuori il nuovo disco del rapper che venerdì 27 aprile incontrerà i fan a Milano e Varese: "Amo chiunque mi sostenga. Non è una banalità"

Il rapper Highsnob

Il rapper Highsnob

Milano, 27 aprile 2018 - Si chiama “BiPopular”. È il primo disco ufficiale di Highsnob ed esce oggi, venerdì 27 aprile. Eppure la fama del giovane rapper (all’anagrafe Michele Matera) lo precede. Un passato nel gruppo dei Bushwaka, ai tempi in cui faceva parte della scuderia Newtopia, l’etichetta di Fedez e J-Ax. Poi lo scioglimento del duo e la presa di distanza dagli ex colleghi. Nel mezzo l’ep “PrettyBoy” e il successo esploso in Rete per il singolo “Wannabe”, che in poco tempo ha collezionato 2milioni e mezzo di wiews. Oggi un nuovo inizio: un disco più che promettente e un lungo instore tour per l’Italia che partirà oggi da Varese (Varese dischi alle 14) e Milano (Mondadori Megastore di via Marghera alle 17.30).

“BiPopular”, un curioso gioco di parole. Come mai?

«Ho ammesso, in primis a me stesso, di soffrire di disturbo bipolare. È stato un percorso difficile in cui ho raggiunto consapevolezza e un discreto self-control, dopo esser passato per varie dipendenze. I miei umori altalenanti si riflettono nelle canzoni e ho trovato la chiave giocandoci su. Sicuramente la musica è stata la terapia, un vero e proprio toccasana».

Nella cover (e nei testi) ha scelto di mettersi completamente a nudo…

«In realtà, per la seconda volta: già nei Bushwaka lo feci, direttamente sul palco del Forum di Assago. Con questo disco ho voluto rendere chiara metaforicamente la necessità di svelarsi sempre per quello che siamo, di dire quello che pensiamo senza filtri».

Il disco abbraccia svariate sonorità…

«Vengo dal rap, anzi sono quasi un integralista del rap, ma ho sempre amato la melodia. Con questi due ingredienti di base ho ampliato i miei orizzonti sonori e perfezionato la mia ricerca con altri stili. I producer presenti nell'album sono esattamente quattro forti differenti espressioni di ricerca e definizione sonora: l'incontro di stili che cercavo per la definizione di un concept album».

Milano spesso fa da sottofondo ai suoi testi. La città le ha dato qualcosa o glielo ha tolto?

«Venendo da La Spezia mi ha tolto fisicamente la famiglia e il mare ma controbilancia perfettamente per il ventaglio di link e prospettive di vita che può offrire: basta affinare la ricerca, definire i propri obiettivi e tenere sempre alta la guardia e, se sei determinato, puoi cavartela bene, anche solo vivendo di musica. In questo modo si può sempre evadere, per concedere del tempo di qualità anche agli affetti.».

Che rapporto ha con i fan?

«Amo chiunque mi sostenga. Non è una banalità. Sono grato dell'affetto che ricevo e il tour instore sarà un nuovo modo per sentirli vicini».

Ci saranno delle date? E quanto conta la dimensione live?

«Sono in giro con un Dj set tour da gennaio e con lo staff booking che mi supporta, vista l'uscita dell'album, stiamo organizzando il calendario estivo cercando di raggiungere più città d'Italia possibili. La dimensione live è in assoluto la forma di gratificazione più grande che possa ricevere da questo lavoro: essere di fronte alla gente, dai ragazzi che ti stimano e che conoscono le tue canzoni a chi semplicemente ti ascolta, fa la differenza e mi dà lo sprone per provare sempre a salire uno scalino in più, mai senza autocritica e totale dedizione per la musica».

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