ANDREA SPINELLI
Milano

Silent Bob e Sick Budd, nel nuovo album anche big come Emis Killa

"Piove ancora" è il titolo del disco del rapper e del beatmaker

Edoardo Fontana in arte Silent Bob, da Dorno, il milanese Jacopo Majerna, Sick Budd

Il nome da taciturno l’ha preso da un film di vent’anni fa, “Jay & Silent Bob strike back” di Kevin Smith. Lui è Edoardo Fontana, classe ’99, arriva da Dorno e nelle cose del rap si fa chiamare, appunto, Silent Bob. Il sodale con cui firma il nuovo album “Piove ancora”, però, non è il Jay dello schermo, ma il beatmaker e producer milanese Sick Budd, al secolo Jacopo Majerna. Si sono conosciuti cinque anni fa, quando Edoardo-Bob, dopo aver composto “Il mostro della palude”, suo primo mixtape, ha vinto il contest organizzato dalla Bullz Record, etichetta dello stesso Budd, di Oscar White e di Yazee. Tre anni fa la coppia ha lavorato a “Silent Ep” per poi proseguire la collaborazione in singoli come “Hooligans”, “Salvami”, “Senza cura”. Nel 2020 è poi arrivato “Piano B” e la storia del ragazzo della provincia pavese con la passione del rap è cambiata. Ora è il momento di “Piove ancora”, progetto in cui Silent Bob e Sick Budd trovano la sponda di protagonisti eccellenti della scena urban quali Emis Killa (“Potevamo”), Speranza (“9x19”) e Drast degli Psicologi (“Baci di Giuda”). Edoardo, com’è cominciata? Bob: "Appartengo a quella generazione cresciuta su YouTube e ho avuto la fortuna di trovare due-tre amici smaniosi, come me, di aprire gli occhi su quel che si muoveva fuori dal nostro piccolo mondo di provincia. Mi è sempre piaciuto molto scrivere, quindi mi sento prima autore che rapper". Perché avete deciso di firmare l’album assieme? Budd: "Credo che, nei nostri progetti, il mio ruolo vada molto più in là di quello del produttore. Sono partecipe al 100% e questo rende ‘Piove ancora’, il ‘nostro’ disco. Un lavoro del genere, infatti, oltre che sulle liriche, poggia molto anche sul sound". Nella geografia del rap milanese, quanto conta il quartiere di provenienza? Budd: "Prima il rap raccontava molto la periferia e quindi una vita di quartiere decisamente diversa da zona a zona. Barona è diversa da Quarto Oggiaro che a sua volta è diversa da Gratosoglio. Nel perimetro cittadino, però, le differenze si attenuano. O almeno così sembra a me che ho lo studio in zona Washington. In questo momento c’è molta attenzione sul rap di San Siro, ma pure quella è una parte di Milano. Nell’hinterland è diverso". Dopo la visibilità avuta da “Piano B” ve lo siete posto il dilemma: e adesso che facciamo? Bob: "Un po’ sì. Anche se all’inizio non mi sono fatto un’idea chiara di quel che stava accadendo perché eravamo in quarantena. Poi, quando ho ricominciato ad incontrare gente, mi sono reso conto che le cose erano cambiate. Dopo un attimo di imbarazzo iniziale, però, il lavoro su questi nuovi pezzi è scivolato via fluido". Potendo aprirvi ad una partnership con chi vorreste confrontarvi? Budd: "Siamo entrambi fans di Noyz Narcos e ci piacerebbe lavorare con lui. Oppure con Marracash, altro monumento del rap italiano".